Esteri
Ucraina, bene la pace di Santoro ma non confondere il lupo con l'agnello
La sana iniziativa rischia di diventare la solita minestra riscaldata che fa di tutta un’erba un fascio o peggio
Per Putin la colpa è dell’Occidente che sostiene l’Ucraina “nazista” che è un pezzo di Russia, non considerando la carta dell’ONU secondo la quale l’Ucraina (tutta, anche con la Crimea) è un paese indipendente. In difficoltà sul campo militare e per nulla impegnato a cercare una ragionevole via d’uscita pacifica del conflitto, per far fronte alla riprovazione di gran parte dell’opinione pubblica mondiale, Putin cerca di cambiare le carte in tavola.
L’obiettivo è quello di ribaltare la realtà come se non fosse la Russia l’aggressore e l’Ucraina l’aggredito mirando a mettere sullo stesso piano l’aggressore e la vittima dell’aggressione confermando ai russi il diritto di aggredire e privando gli ucraini del diritto di reagire all’aggressione e l’Occidente del diritto di aiutare a difendere un Paese democratico invaso.
Non c’è nessuna trattativa per fermare la guerra perché Putin vuole solo una cosa: concludere l’aggressione militare dell’Ucraina con l’occupazione totale, un monito per tutto l’Occidente, l’avvio di un progetto espansionistico anche verso l’Europa dell’Ovest, almeno tornando ai confini stabiliti dopo la Seconda guerra mondiale. Putin non vuole offrire nessuna garanzia né di indipendenza dell’Ucraina, né di equilibrio e di pace nel mondo. Putin è nella morsa di un isolamento politico e morale che presto potrebbe essere per lui non più sostenibile politicamente.