Esteri
Ucraina? Tutto scritto nel 2019 da Rand Corporation consulenti Usa anti Russia
La società Usa che nel 2019 spiegava come contrastare l’economia russa: fornire aiuti letali all'Ucraina, far avanzare la NATO, sottrarre il gas e giovani...
Sicuro è che “la più grande vulnerabilità della Russia, in qualsiasi competizione con gli Stati Uniti, è la sua economia, che è relativamente piccola e fortemente dipendente dalle esportazioni di energia”. Quindi colpendo l’energia in modo strategico, indirizzando l’Europa a comprare altrove, si riesce rapidamente ad indebolire la Russia. Il piano va letto in uno scenario che ha diversi punti pro e alcuni a sfavore. L’estensione NATO a Est, a ridosso della Russia, non è sempre indolore.
“Un aumento generale delle capacità delle forze di terra della NATO in Europa”, spiegano gli analisti di Rand Corp., “inclusa la chiusura delle lacune di prontezza dei membri della NATO europei e l'aumento del numero di forze statunitensi di stanza in località tradizionali nell'Europa occidentale, avrebbe rischi limitati. Ma schieramenti su larga scala ai confini della Russia aumenterebbero il rischio di conflitto con la Russia, in particolare se percepiti come una sfida alla posizione della Russia nell'Ucraina orientale, in Bielorussia o nel Caucaso”. “Ma”, continuano ancora gli analisti, “qualsiasi aumento delle armi militari statunitensi e dei consigli all'Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per aumentare i costi per la Russia per sostenere il suo attuale impegno senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi”.
Guerra Ucraina. Caso Rand Corporation: il diverbio tra il giornalista Dinucci e il quotidiano Il Manifesto
Passato nel silenzio nel maggio del 2019, fu il geografo e giornalista Manlio Dinucci a parlare del piano della Rand Corporation sulle pagine del quotidiano Il Manifesto. Lo studioso ci è tornato in questo giorni con un secondo articolo, non prima di un contrasto con il giornale e la chiusura della collaborazione.
A detta del giornalista ci sarebbe stata una censura della testata che ha rimosso dall’on line il suo l’articolo. “Poiché mi ero rifiutato di uniformarmi alla direttiva del ‘Ministero della Verità’ e avevo chiesto di aprire un dibattito sulla crisi ucraina”, scrive qualche giorno dopo Dinucci su L’Antidiplomatico. Per questo la fine del rapporto.
Con Affaritaliani.it abbiamo più volte provato a sentire Dinucci ma senza successo. A detta de Il Manifesto il contrasto sarebbe nato da alcune frasi secondarie dell’articolo che in qualche modo, avrebbero, a detta del quotidiano, giustificato l’intervento russo che per Il Manifesto resta ingiustificabile e non in linea con le scelte editoriali del quotidiano (nato dal contrasto, in seno al partito comunista degli anni ‘60 del secolo scorso di un gruppo di intellettuali iscritti, per aver denunciato l'invasione nel 1968 da parte dell’Unione Sovietica della Cecoslovacchia), per quanto il quotidiano ci tenesse a riportare le analisi prodotte della Rand Corporation.
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