Esteri

Usa 2020, Le Pen non riconosce la vittoria Biden. Niente rapporti intelligence

Marine Le Pen dichiara di non riconoscere "assolutamente" la vittoria di Joe Biden. Intanto Trump fa tardare la condivisione delle informazioni di intelligence.

Usa 2020, Marine Le Pen: "Non riconosco la vittoria di Biden"

Marine Le Pen, la presidente del partito francese di destra, il Rassemblement National, ha dichiarato di non riconoscere "assolutamente" la vittoria di Joe Biden alle presidenziali degli Stati Uniti, ritenendo che "quando ci sono dei ricorsi, la giustizia deve poter decidere prima di dichiarare l'esito delle urne". "Sono una di quelli che non si congratulano con il futuro presidente degli Stati Uniti, perche' non ritengo che la partita sia finita fino a quando non avremo terminato i tempi supplementari", ha detto ai giornalisti la deputata di Pas-de-Calais, a margine della cerimonia dell'11 novembre a He'nin-Beaumont. Alla domanda sulle accuse di frode, lanciate da Donald Trump, Le Pen ha spiegato di "attendere di sapere cosa dirà la giustizia americana". "Quello che noto è che sono stati fatti diversi conteggi e che i conteggi danno, per quelli completati, risultati diversi da quelli che erano stati annunciati", ha continuato. "Sono anche molto sorpresa di vedere questa unanimità dei media e talvolta anche politica ad affrettarsi nell'annunciare un risultato quando sappiamo che ci sono ricorsi che sono attualmente all'esame dei tribunali", ha insistito Le Pen.

Usa 2020, ancora niente rapporti intelligence per Biden 

Il rifiuto di Donald Trump di concedere la vittoria a Joe Biden sta ritardando il processo in base al quale le informazioni di intelligence sulla sicurezza nazionale vengono solitamente condivise con il presidente eletto, in vista del suo insediamento alla Casa Bianca. Lo ha riferito l'ufficio del direttore della National Intelligence. In base al Presidential Transition Act del 1963, la General Services Administration deve infatti prima accertare il vincitore delle elezioni, il cui risultato è contestato da Trump, per poi dare il via libera alla condivisione dei briefing di intelligence con la nuova amministrazione.

È dal 1952 che le agenzie di intelligence forniscono briefing di intelligence di carattere generale, con l'eccezione di informazioni riguardanti operazioni sotto copertura, fonti e metodi, ai candidati presidenziali. Biden ha iniziato a ricevere queste informazioni subito dopo la sua nomination. Non è al momento chiaro, riporta Fox News, se la prassi sia ancora in corso. Alcuni presidenti in passato hanno concesso ai loro successori di ricevere copia del 'President's Daily Brief', il rapporto giornaliero che contiene le informazioni più sensibili per la sicurezza nazionale. Il rifiuto del presidente Trump di concedere la vittoria a Biden ha anche bloccato le comunicazioni tra lo staff del presidente eletto e varie agenzie governative per facilitare il processo di transizione.