Esteri
Usa 2020, Trump impone il testa a testa. Così la strada di Biden s'è ristretta
L'onda blu non c'è stata. I Dem non conquistano gli ispanici e sono appesi alla Georgia e alla Rust Belt. Cronaca dell'ennesimo thriller notturno made in Usa
"Too close too call". Sì, ma anche "too early to count". Le elezioni presidenziali americane si sono trasformate in un ennesimo thriller elettorale. Ma stavolta non si tratta di un semplice ribaltamento dei pronostici, come accaduto nel 2016, quando Donald Trump aveva inaspettatamente sconfitto Hillary Clinton. Stavolta il copione è più contorto, con un vincitore che ancora non ha un nome e cognome. Già questa è una sopresa, visto che i sondaggi (ancora una volta fallaci) avevano individuato in Joe Biden il sicuro mattatore alle urne. Così non è stato, anzi, Trump sembra ora il favorito dopo aver conquistato due Stati chiave come Florida e Ohio ed essere in vantaggio in Pennsylvania, North Carolina e Wisconsin.
USA 2020, TUTTO PUO' ANCORA SUCCEDERE
Ma le variabili sono ancora troppe per poter dire che il presidente uscente resterà comodo allo Studio Ovale. Tutti gli epiloghi sono ancora possibili, compreso quello di un clamoroso (semi)pareggio, così come accaduto solamente nel 1824 quando però non si era trattato di un testa a testa: i candidati erano di più e alla fine fu nominato John Quincy Adams.
Il copione della lunga nottata a stelle e strisce è cominciato con una serie di verdetti scontati. Kentucky e Tennessee a Trump, la costa nord-orientale a Biden. E così è proseguita, almeno per il candidato democratico. Si aspettava la Florida per capire se il copione poteva essere scontato oppure no. E la risposta è stata la seconda, perché è ancora qui che Trump ha fatto il primo colpo della nottata.
Stessa sceneggiatura del 2016. Inutili i viaggi di Biden per conquistare il voto ispanoamericano, rimasto fedele a Trump. L'unico exploit del candidato Dem fuori dai binari del prevedibile è stata la vittoria in Arizona, che però da sola non può bastare per rovesciare gli equilibri che al momento sembrerebbero favorire Trump. Tutti gli altri Stati chiave sono ancora non assegnati, ma nella maggior parte il tycoon è dato in vantaggio.
LE COMBINAZIONI POSSIBILI PER PORTARE BIDEN ALLA CASA BIANCA
Qual è la situazione attuale? Contando gli Stati già assegnati ufficialmente, Biden ha 224 grandi elettori contro i 213 di Trump. Ma il conteggio non include ancora l'Alaska, che porterà in dote a Trump altri 3 grandi elettori. L'Arizona e il Nevada ne porteranno invece rispettivamente 11 e 6 a Biden, che nel frattempo si è aggiudicato anche il Maine.
A questo punto in palio restano Georgia, North Carolina, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania. Biden è al momento in svantaggio in tutti e 5 ma in 3 casi la forbice è strettissima. Deve vincere in due dei cinque casi per arrivare a 270, a meno che non si tratti di Wisconsin e North Carolina, coi quali arriverebbe a 269
Decisiva la Rust Belt, dunque, quella cintura produttiva e operaia che aveva abbandonato Hillary Clinton e che lo stesso Biden non sembra aver riconquistato, comunque vada.
Il problema è che proprio in questi stati, su tutti la Pennsylvania, il conteggio potrebbe protrarsi per giorni, lasciando in dubbio il nome del vincitore così come già accaduto nel 2000 nella sfida tra Bush e Gore.
VOTO LATINO, IL RUOLO DI TRUMP, I SONDAGGI: CHE COSA POSSIAMO DIRE FINORA
Non si possono ancora fare bilanci conclusivi, ma si possono già mettere in evidenza alcuni punti:
-Biden non ha sfondato e non è riuscito a fare breccia tra gli ispanoamericani su cui aveva puntato molto e nemmeno nel mondo sindacale secondo i primi dati disponibili.
-Comunque vada, Trump non può essere catalogato come un incidente di percorso. Chi pensava che avrebbe potuto vincere solo attraverso le carte bollate e i ricorsi per i voti postali sbagliava. Ora il presidente uscente ha chance concrete di restare al suo posto.
-Anche se dovesse perdere, il Partito Repubblicano non potrebbe derubricare Trump a una parentesi e la sua linea potrebbe in ogni caso continuare a essere quella prevalente.
-Anche se dovesse vincere, Biden dovrà con ogni probabilità fare a meno della maggioranza in Senato, frenando sul nascere i piani di grandi riforme.
-I quattro anni di presidenza Trump sembrano aver acuito le divisioni interne a un'America che appare sempre più frammentata.
-I sondaggi e i modelli di diverse testate hanno dato almeno parzialmente troppo per scontata la vittoria di Biden, che se dovesse arrivare lo farà al termine non di una marcia trionfale ma di un durissimo testa a testa.
Too early to count, la nottata elettorale si è già trasformata in giornata. E la giornata potrebbe trasformarsi anche in settimana, trasferendosi dalle urne ai tribunali.