Esteri
Usa 2024: Trump ci crede, i repubblicani meno
L'ex presidente americano: "Metterò fine al conflitto in Ucraina in un giorno, sono l'unico che può evitare la Terra Guerra Mondiale"
Usa, Trump tiene in pugno i repubblicani. Procaccini: "Partner strategico per tutti i conservatori"
Si è appena chiuso il CPAC, l’attesissimo appuntamento annuale del partito dei conservatori americani. Si tratta di uno degli eventi più importanti dell’old party a stelle strisce, dal 1974, anno della sua fondazione. Quest’anno l’evento ha avuto come catalizzatore dell’interesse, l’ex presidente Donald Trump, ospite attesissimo che ha parlato l’ultimo giorno, confermando la sua candidatura per le prossime presidenziali. Malgrado le sue tante vicissitudini il suo discorso ha scatenato l’entusiasmo delle migliaia di persone accolte probabilmente solo per sentire lui.
Il suo discorso di oltre un’ora è stato inevitabilmente il clou della quattro giorni di Washington, a cui ha assistito una nutrita e folta rappresentanza del partito della premier Meloni, guidato dal fresco neo co-presidente del gruppo dei conservatori europei di cui Fdi fa parte, Nicola Procaccini. “I Repubblicani americani rimangono un partner strategico fondamentale per FdI e per i Conservatori europei. Ci sono valori che ci accomunano, come la difesa della famiglia dall'ideologia gender, la protezione dei confini dall'immigrazione irregolare, l'attenzione all'economia reale e a un fisco amico di cittadini e imprese", ha spiegato l’eurodeputato fedelissimo della Meloni a margine dell’evento a Washington.
Usa, Ron De Sanctis "convitato di pietra" tra i repubblicani guidati da Trump
Ma se Donald Trump era certamente forse l’ospite più atteso, si è molto discusso anche di quello che poteva essere considerato come una sorta di convitato di pietra, quel Ron De Sanctis, governatore della Florida, che sembra attualmente l’unico in grado di poter dare un briciolo di filo da torcere alla corsa di Trump verso la sfida per la presidenza USA. D’altra parte, lo stesso organizzatore della kermesse che, ironia della sorte ha subito pochi giorni fa, l’onta di una denuncia di molestie sessuali da parte di un suo assistente trentenne (come già accaduto anche a Trunp ) Matt Schlapp, che è stato direttore degli affari politici nella Casa Bianca di George W. Bush, è un influente sostenitore dell'ex presidente. Sua moglie, Mercedes Schlapp, è stata direttrice delle comunicazioni di Trump tra il 2017 e il 2019. Ma la base del partito è inevitabilmente spaccata intorno alla figura considerata da molti ormai troppo ingombrante del ex tycoon.
Il risultato delle elezioni di midterm, con la sonora sconfitta per tutti i candidati del ex presidente americano, ha sancito nei fatti quello che ormai sembra palese da mesi: Trump sembra aver perso gran parte di quel suo tocco magico, che lo aveva portato clamorosamente alla Casa Bianca nel 2020. Ma lui è convinto che le difficoltà che la gestione della guerra in Ucraina stanno creando a Biden e all’Occidente, potrebbero essere il grimaldello, in grado di riportarlo agli onori della cronaca e condurlo alla Casa Bianca tra un anno. “Cacceremo Joe Biden dalla Casa Bianca, dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato. Assisteremo a questa battaglia fino alla vittoria finale”, dice il tycoon che - in caso di rielezione - assicura: "Metterò fine al conflitto in Ucraina in un giorno, sono l'unico che può evitare la Terra Guerra Mondiale".