Esteri
Usa, Biden dopo gli elettori rischia i soldi. Ecco i donatori pronti al ritiro
Se i sondaggi registreranno un calo nei consensi, i finanziatori potrebbero fare pressioni sulla moglie Jill perché lo convinca a lasciare
Usa, Biden dopo gli elettori rischia anche i soldi. Dai vip alla Silicon Valley: ecco i donatori pronti al passo indietro
Tempi duri per "Sleepy Joe": dopo l'indecoroso confronto di giovedì con il rivale Donald Trump, infatti, Biden rischia di essere abbandonato non solo dagli elettori e dai suoi più fidati sostenitori, ma anche dai finanziatori. Con l’aiuto dei prossimi sondaggi presumibilmente negativi, infatti, i donatori da cui dipendono le risorse economiche della sua campagna presidenziale potrebbero iniziare a chiudere i portafogli, costringendo Biden a prendere atto della necessità di un passo indietro. Lo lasciano intendere - riporta Repubblica - le rivelazioni pubblicate ieri dal New York Times, proprio mentre il capo della Casa Bianca era in missione a Manhattan, tra i miliardari degli Hamptons e in New Jersey, per rimpinguare le casse e rispondere al sorpasso da parte di Trump anche nella raccolta dei fondi elettorali.
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I leader dem sono delusi dalla prestazione di Atlanta, ma sono anche preoccupati dal caos che provocherebbe il cambio in corsa del candidato. I più ottimisti invitano ad aspettare di vedere l’effetto del dibattito sui sondaggi, sottolineando che per quanto bene possano andare le cose per Trump, il suo margine per aumentare i consensi già conquistati è molto ridotto. È possibile che abbiano ragione, ma anche se Donald non ottenesse un’impennata dopo Atlanta, un calo significativo nelle preferenze per Joe renderebbe quasi impossibile il recupero di cui ha bisogno negli stati chiave dove resta indietro o alla pari, come Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia, Arizona, Nevada, North Carolina, ma ora forse anche Minnesota, Virginia, New Hampshire e New Mexico. I suoi difensori quindi stanno guadagnando tempo, però la resa dei conti non è lontana. A quel punto, continua Repubblica, quattro persone sono considerate in grado di influenzare il presidente: la moglie Jill, la sorella Valerie, e gli ex colleghi Obama e Clinton. Venerdì Biden è stato allo Stonewall di Manhattan, locale storico per le lotte della comunità gay, a raccogliere soldi.
Ieri è andato nella villa agli Hamptons del miliardario Barry Rosenstein, davanti a circa 200 donatori riuniti da celebrità come Sarah Jessica Parker e Michael J. Fox, mentre nel pomeriggio si è trasferito nel New Jersey per un “fundraiser” del governatore Phil Murphy. Nel frattempo però il New York Times ha lanciato l’allarme anche su questo fronte, oltre a chiedere al presidente di ritirarsi. Secondo il quotidiano il disastro di Atlanta ha scatenato il panico tra i finanziatori, soprattutto nella Silicon Valley. Personaggi come Laurene Powell, vedova di Steve Jobs, e Ron Conway, hanno iniziato a contattarsi freneticamente per discutere cosa fare. Reid Hoffman, fondatore di LinkedIn che ha la leadership tra i donatori del settore digitale, ha ammesso di avere ricevuto «molte mail nelle ultime 24 ore, che chiedevano se non sarebbe il caso di lanciare una campagna pubblica per fare pressione sul presidente Biden affinché si faccia da parte ». L’operazione non è partita, ma è ancora discussa.
La campagna del capo della Casa Bianca ha iniziato il mese di giugno con 212 milioni in contanti, ma lo sfidante ha annullato lo svantaggio iniziale di 100 milioni e ora lo ha superato, con 235 milioni in banca. I portavoce del presidente hanno risposto che hanno raccolto 14 milioni tra il dibattito e la mattina di venerdì, e le 24 ore successive alla sfida di Atlanta sono quelle in cui hanno ricevuto in assoluto più donazioni. E’ possibile però che questa sia stata una reazione emotiva al collasso in diretta tv. La resa dei conti verrà con i primi sondaggi condotti dopo il dibattito, e se la flessione sarà significativa, la pressione dei finanziatori potrebbe unirsi a quella già in corso dei media, per spingere i politici ad agire.