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Virus Cina: cos'è il coronavirus e come ci si ammala. Rischio aeroporti

Cresce l'allarme legato al nuovo virus che sta colpendo in Cina e da lì in alcuni Paesi asiatici

Cresce l'allarme legato al nuovo virus che sta colpendo in Cina e da lì in alcuni Paesi asiatici. Le autorità hanno scoperto che si tratta di un nuovo coronavirus, "una grande famiglia di virus  che possono causare malattie negli animali e negli esseri umani, con sintomi che vanno dal comune raffreddore ad infezioni delle basse vie aeree". Parola di Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene e Medicina preventiva all'università di Pisa, che per l'Adnkronos Salute ricostruisce le più celebri epidemie da coronavirus verificatesi fino ad ora. Il primo 'salto' dall'animale nell'uomo avvenne nel 2002, con la Sars. "La Sindrome acuta respiratoria severa (Sars), si ritiene che abbia avuto origine da piccoli mammiferi come lo zibetto", ma fu identificata con certezza solo a partire da febbraio 2003, dopo la sua comparsa in focolai ad Hanoi, Hong Kong, Singapore. Il primo caso conosciuto della malattia si è verosimilmente verificato nella città di Foshan, nella provincia di Guangdong in Cina a Novembre 2002. A febbraio 2003, ricorda il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell'Istituto superiore di sanità (Iss), l'Oms fu informata di un'epidemia di 'polmonite atipica' nella Provincia cinese di Guangdong. Il 21 febbraio un medico di 65 anni, che aveva trattato pazienti affetti da polmonite atipica nel Guangdong, si recò ad Hong Kong e soggiornò al nono piano di un hotel, infettando almeno 12 tra ospiti e visitatori del nono piano dello stesso hotel, tra cui un uomo d'affari cino-americano di 48 anni.

Questi portò l'infezione fino ad Hanoi e fu curato da Carlo Urbani, medico italiano dell'Oms che comprese che era indispensabile andare verso uno stato di allerta generalizzato, in quanto si era di fronte ad una nuova malattia emergente. Urbani è morto a causa della malattia (aveva 46 anni), che secondo l'Oms tra il 2002 e il 2003 colpì circa 8.500 persone, con oltre 800 morti. "Nel settembre del 2012 fu la volta della Mers (Middle East respiratory syndrome coronavirus infection)", ricorda Lopalco, che in Arabia Saudita passò dai dromedari all'uomo. Secondo il bollettino dell'Oms da allora sono 2494 i casi registrati in 27 Paesi, con 858 morti. "Ma sono numerosi i coronavirus noti che circolano negli animali e che non hanno ancora infettato esseri umani", conclude l'esperto. La stessa Oms qualche anno aveva inserito i coronavirus (Sars e Mers) tra i microrganismi da tenere d'occhio.