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Champagne, strage di morti sul lavoro: il caldo fa quattro vittime nei campi

di Redazione Food

Il caldo anomalo miete vittime nella regione della Francia in cui si produce il famoso vino frizzante

Champagne, durante i primi giorni della vendemmia sono già quattro i morti tra i filari per colpo di calore

Le colline dello Champagne si tingono di rosso. E' una vera e propria strage di vendemmiatori quella avvenuta nel corso dell'ultima raccolta di uve nel Nord della Francia. SI parla di almeno 4 morti negli ultimi giorni tra i filari per arresti cardiaci probabilmente legati al grande caldo. In molti quindi si chiedano se non sia il caso di cambiare le regole di sicurezza e tutela della salute alla luce dei cambiamenti climatici che impattano in modo pesante sul settore agricolo.

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La procura di Châlons-en-Champagne indaga su tre morti, di cui una era una donna: "Al momento non è stato riscontrato alcun reato né è stata ordinata alcuna autopsia sulla base degli accertamenti medici effettuati dai servizi di emergenza". La procura di Reims invece ha aperto il fascicolo sulla morte di 19enne caduto da cavallo nel corso della vendemmia a Rilly-la-Montagne nella Marne. L'autopsia però non ha evidenziato alcun trauma in grado di provocare la morte. A questi decessi si aggiungono poi altre due vittime regione del Beaujolais, nel parte meridionale della Francia.

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"Generalmente si verificano una o due morti per aneurisma o arresto cardiaco all’anno", spiega all'Afp Maxime Touart, presidente del sindacato generale dei vignaioli della Champagne. C'è quindi frande preoccupazione per i circa 120mila lavoratori che nelle prossime due settimane lavoreranno nella zona di raccolta dell'uva. "La gente non viene qui per la vendemmia a perdere la vita", conclude Touart.

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In Champagne la disciplinare vieta rigoramente l'utilizzo di macchine e perciò i lavoratori raccolgono l'uva solo con le mani. In questi giorni però c'è una anomala ondata di calore e si possono toccare anche sopra i 30 gradi. Gli stagionali possono lavorare fino a 72 ore a settimana, con una pausa di appena 15 minuti ogni cinque ore e un’ora per pranzo.