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Dallo Champagne all'Eliseo: Taittinger si candida alle presidenziali 2017

Andrea Radic

Pierre-Emmanuel Taittinger fa sul serio. Candidato indipendente con un programma che punta sulla piena occupazione

Dalla Maison di Reims all’Eliseo, dalla guida di una delle griffe storiche dello Champagne a quella del Paese. Pierre-Emmanuel Taittinger fa sul serio, è pronto a correre per le Presidenziali del 2017, da indipendente, o meglio “senza etichetta”, come ha rivelato al quotidiano “L’Union”, con l’obiettivo di “ripristinare rapidamente la piena occupazione in Francia”.


Obiettivo ambizioso, ma la politica, in casa Taittinger, è tutt’altro che una boutade: Jean Taittinger, padre di Pierre-Emmanuel, è stato deputato dal 1958 al 1973, quando diventò Ministro della Giustizia sotto la presidenza di George Pompidou (carica che ha ricoperto fino al 1974), senza dimenticare che dal 1959 al 1977 è stato sindaco di Reims, città che ha fatto crescere in maniera esponenziale.


Insomma, per Pierre-Emmanuel Taittinger è quasi un affare di famiglia e se in Italia, nel 2013, Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane, lanciò la candidatura di Angelo Gaja alla presidenza della Repubblica senza alcun risultato, le possibilità che uno dei grandi nome del vino di Francia possa conquistare l’Eliseo sono decisamente più alte, specie nel vuoto di rappresentanza dei partiti tradizionali.

La “ricetta” di Taittinger per il Paese, e le aspettative per il 2017, come racconta a “Le Figaro” (www.lefigaro.fr), sono chiare: “sarò sostenuto dalla maggioranza dei francesi e delle francesi, e tra nove mesi sarò il nuovo Presidente della Repubblica”. Idee chiare sulla politica estera, con “la speranza che il nostro Paese cessi i processi di guerra nei quali siamo coinvolti (in risposta agli attacchi terroristici subiti dal 2015, ndr) senza averne né i mezzi, né la legittimità, né la visione, né il supporto dell’opinione pubblica. Prima delle guerre all’estero - spiega ancora Pierre-Emmanuel Taittinger - si devono risolvere le guerre economico sociali interne, attraverso una sana politica finanziaria e di bilancio e la liberalizzazione delle forze economiche”. Un mix di liberismo e socialismo, “che per me vuol dire piena occupazione ed interesse primario per i più deboli ed i più poveri”. Senza dimenticare un passaggio, dovuto di questi tempi, sulla politica come mestiere: “proporrò un limite di tre mandati per fare il deputato, il sindaco o il senatore”.

Nessun proclama sul mondo del vino, che potrebbe avere, per la prima volta, un produttore tra i potenti del mondo.