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Coca Cola light, prezzi alle stelle. Ecco perchè
Secondo un'indagine di Gambero Rosso stiamo parlando di un aumento del quasi 65% a causa del decollo dell'inflazione
Indagine Gambero Rosso, i prezzi della Coca Cola light sono alle stelle, ma la domanda è rimasta invariata...
Negli ultimi anni il costo delle bevande analcoliche, tra cui anche la Coca Cola light, è aumentato e i consumatori stanno iniziando ad accorgersene. Per questo le aziende hanno iniziato a fare marcia indietro.
Secondo un'indagine di Gambero Rosso, il fenomeno non riguarda solo questa famosa bevanda senza zucchero. A far lievitare i prezzi sono state anche altre note aziende produttrici di bibite gassate: dalla Pepsico alla Keuring Dr. Pepper. Secondo i dati della Federal Reserve di St. Louis, nell'aprile 2018 il prezzo medio di una lattina di Coca Cola light in una confezione da 12 era inferiore a 34 centesimi. A ottobre 2023, è superiore a 56 centesimi. Si tratta di un aumento di quasi il 65%.
Per capire meglio il fenomeno bisogna tenere conto dei fattori che l’hanno determinato. All’aumento della Coca Cola e delle altre bibite gassate negli ultimi anni, infatti, ha contribuito il decollo dell’inflazione, che ha fatto crescere i costi di produzione. Lattine di alluminio, imballaggi e manodopera hanno iniziato a costare di più. E agli aumenti si sono aggiunti anche alcuni problemi nella catena di approvvigionamento. I prezzi dello zucchero, ad esempio, sono i più alti degli ultimi anni. A questo si aggiunge poi il fatto che le aziende produttrici devono tener conto anche di negozi di alimentari, supermercati, bar e ristoranti, che hanno le loro strategie di mercato.
La fedeltà dei clienti non è diminuita
Ma come hanno reagito i consumatori al lievitare dei costi delle loro bevande preferite? Garrett Nelson, vicepresidente del Crfa (Center for financial research and analysis), società di intelligence finanziaria, ha spiegato a Vox che i marchi di bevande gassate sono stati implacabili nell’aumentare i prezzi negli ultimi anni.
"Hanno continuato ad alzare i costi, con un impatto minimo nelle vendite», ha affermato Nelson. Questo è stato possibile perché le aziende hanno raggiunto un alto grado di "anelasticità della domanda". Ovvero, la domanda è rimasta invariata anche con l'aumentare dei prezzi. Nelson fa l’esempio delle sigarette per spiegare il fenomeno: "Le persone sono dipendenti, quindi le aziende produttrici di tabacco possono aumentare i prezzi molto facilmente e una cosa simile avviene con le bevande analcoliche".
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Anche il consumatore più affezionato, però, ha il suo limite. E le aziende hanno iniziato ad accorgersene. Da qui la scelta di fare marcia indietro, come chiarisce Gerald Pascarelli, analista di ricerca azionaria di Wedbush, società di investimento privata: "I prezzi delle principali bevande gassate hanno già iniziato ad abbassarsi e dovrebbero avvicinarsi alla normalità tra la fine del 2023 e il 2024". Nel luglio di quest’anno, infatti, la Coca Cola ha annunciato che avrebbe tagliato i prezzi nei suoi mercati più sviluppati, come gli Usa e l’Europa.
A spiegare il perché è stato James Quincey, presidente e amministratore delegato di Coca-Cola: "In tutto il settore, i consumatori sono sempre più attenti ai costi. Stanno cercando prodotti validi e fanno scorta di articoli in saldo". Anche Pepsi ha messo un limite al lievitare dei prezzi, annunciando comunque alcuni modesti aumenti per il prossimo anno.
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