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Lidl, allarme per il pollo: trovati batteri resistenti agli antibiotici

Lidl, quasi la metà del pollo confezionato stando alle analisi di Essere Animali è contaminato da batteri resistenti agli antibiotici

Un nuovo report dell'associazione Essere Animali afferma che quasi la metà dei campioni di carne di Lidl analizzati in Italia contiene un enzima prodotto dai batteri e i grado di conferirgli la resistenza a uno o più antibiotici. Non solo, il 46% delle 24 confezioni sotto esame è risultato contaminato da salmonella. La resistenza dei batteri agli antibiotici è un problema molto serio e che ha già un impatto significativo. Nel 2019 sono morte più di 1,2 milioni di persone nel mondo per questo fenomeno e si stima che potrebbero diventare 10 milioni nel 2050.

Essere Animali nel suo report sottolinea che "Lidl è la più grande catena di supermercati in Europa e di conseguenza uno dei più grandi distributori di carne del nostro continente". "Gli impegni presi da Lidl influenzano direttamente gli standard di allevamento di decine di milioni di polli. – continua l'associazione - Per questo, l’azienda ha una responsabilità particolare nella gestione e nello sviluppo delle filiere da cui provengono i prodotti che vendono a loro marchio. Tuttavia, finora Lidl non ha voluto assumersi nessun impegno ad attuare miglioramenti tangibili e significativi, facendo riferimento al fatto che la richiesta dello European Chicken Commitment (ECC) non sarebbe applicabile nel nostro Paese".

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"Lidl sostiene di collaborare attivamente con i fornitori e dialogare con le Ong per promuovere pratiche sostenibili e garantire che la carne fresca di pollo provenga da allevamenti con standard migliori. – si legge nella nota di risposta dell'azienda - Lidl dichiara inoltre di seguire da vicino il dibattito sull'European Chicken Commitment supportando l'obiettivo di migliorare il benessere degli animali negli allevamenti".

La ricerca, per quanto riguarda l'Italia, ha previsto l'analisi di 24 confezioni di pollo acquistate da 4 punti vendita a Roma, Firenze e Milano. Alcuni campioni sono risultati positivi alla presenza di  batteri produttori di ESBL (46%) ma sono stati identificati anche Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli (75%) e Klebsiella pneumoniae. Il 54% del campione è risultato positivo alla listeria.

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Questi microrganismi vengono neutralizzati tramite cottura ma possono permanere sulle superfici della cucina e gli utensili trasformandoli in ulteriori vettori di contagio. "Le possibili infezioni di questi batteri diventano ancora più preoccupanti quando questi portano con sé geni in grado di conferire loro resistenza agli antibiotici - rimarca Essere Animali - Aderendo allo European Chicken Commitment, Lidl si impegnerebbe a ridurre le densità di allevamento, abbandonare le razze a rapido accrescimento e garantire agli animali un ambiente migliore in cui esprimere i propri comportamenti naturali".





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