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Uva, allarme peronospora: a rischio un terzo della produzione di vino

a cura di Redazione

Le piogge degli ultimi mesi hanno permesso la diffusione della malattia della vite in tutto il Centro-Sud. I viticoltori chiedono interventi immediati

Per l'Italia, che ha in pancia una quantità di vino pari a 50 milioni di ettolitri, l'equivalente della vendemmia 2022, con vendite, consumi ed export in diminuzione (anche il mercato bollicine dopo 10 anni di crescita mette un freno) e un surplus di prodotto che ha generato un ribasso dei prezzi del vino base, il quadro è particolarmente difficile. Come se non bastasse, in un mercato dominato dall'inflazione, le ferite aperte dalla peronospora sui circa 700mila ettari di vigneto nazionale peseranno sugli equilibri del 2024.

La peronospora ha trascinato dunque il comparto del vino italiano in una vera e propria emergenza che non ha bisogno soltanto di interventi immediati, ma di soluzioni strutturali e a lungo termine. Altrettanto fondamentale, infatti, è tutelare qualità e quantità della produzione nazionale nel futuro. Intanto, la Regione Abruzzo si è già attivata con il governo per chiedere aiuti al settore agricolo, e diverse altre Regioni, come Calabria e Puglia, vanno verso la dichiarazione di stato di calamità naturale. Lavori straordinari anche per i viticoltori del Sannio e dell'Irpinia, mentre si difendono bene Doc Sicilia, Etna, Frascati, Chianti Docg e Chianti Classico.

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