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Sanità, l'eccellenza romana del Santa Lucia al fallimento. E spuntano gli avvoltoi

Fallita la composizione negoziata del debito e il piano di ristrutturazione. Le denunce di Coppotelli, Cisl e di Cola, Uil. A rischio 800 posti di lavoro e le cure

Il Santa Lucia, l'ospedale di neuroriabilitazione eccellenza della Sanità romana e nazionale di nuovo verso il fallimento. E gli 800 lavoratori annunciano lo stato di agitazione. Ma sul futuro della struttura di via Ardeatina volano già gli avvolti con una serie di player romani della Sanità pronti a raccogliere il patrimonio scientifico e le opportunità di business.


A denunciare la formalizzazione “dell'instabilità finanziaria” è la stessa Fondazione e la crisi subito cavalcata dai sindacati. Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, ricorda che quella del Santa Lucia, “È una vertenza lunga, iniziata 10 anni fa e già nel 2014 avevamo manifestato come organizzazioni sindacali tutta la nostra contrarietà e dubbi sul fatto che fosse l’unica a operare senza aver sottoscritto il contratto con la Asl Roma 2, come prevede l’attuale disciplina in materia di accreditamento”

Appello alla Regione Lazio per le cure e i posti di lavori

Quindi l'appello: “Le istituzioni locali e nazionali, a partire dalla Regione Lazio, si facciano parte attiva per garantire la continuità assistenziale per la popolazione, salvaguardare i livelli occupazionali e il mantenimento dei livelli salariali delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Coppotelli, Cisl: "Nessuna garanzia per i dipendenti e i malati"

Fa eco Enrico Coppotelli, segretario Generale Cisl Lazio: “È impensabile che da parte della Direzione non ci sia nessuna garanzia su occupazione, salari e prestazioni. Siamo preoccupati tanto per i pazienti, quanto per gli Operatori e non possiamo perdere questa eccellenza nella nostra Regione. Sosteniamo le Federazioni di Categoria che poco fa hanno annunciato una reazione forte non solo alla comunicazione del Santa Lucia sull'esito negativo della procedura di composizione negoziata del debito, avviata nel mese di novembre, e del piano di ristrutturazione, soggetto ad omologazione da parte del Tribunale, come previsto dal codice della crisi di impresa e dell'insolvenza. Ma soprattutto, al fatto che la direzione generale non ha assicurato né la tenuta dei contratti in essere e dei livelli salariali, nè dei livelli occupazionali e dei servizi sanitari. Lunedì pomeriggio, tramite la nostra Fp Cisl Lazio, incontreremo la Regione, poche ore fa abbiamo scritto al Prefetto di Roma e siamo altresì in attesa di essere convocati al Ministro delle Imprese e del Made in Italy perché ormai questa sta avendo tutti i contorni, per impatto sulle persone e per numeri degli addetti, di una vertenza di assoluta rilevanza nazionale” conclude Enrico Coppotelli.