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Ambiente, il cestino Seabin pulisce l’acqua dell’Arno dalla plastica

ANDREA CIANFERONI

Presentato alla Società Canottieri Firenze il cestino Seabin che raccoglie la plastica, nociva per l'ecosistema acquatico, abbandonata in mare, fiumi e laghi

L’iniziativa fa parte della campagna “Le nostre acque” di Coop e LifeGate, in collaborazione con la Regione Toscana, promotrice di un protocollo d’intesa “Arno Pulito”, con Unicoop Firenze, LifeGate e Società Canottieri Firenze, per individuare gli strumenti per il recupero dei  rifiuti e sensibilizzare le persone e sulla salute del fiume.

Un dispositivo semplice ma efficace per raccogliere i rifiuti plastici, le microplastiche e le microfibre che tanti danni arrecano all’ecosistema di fiumi, laghi e mari. L’innovativo cestino Seabin, è stato presentato alla Società Canottieri Firenze, nel corso di una conferenza stampa alla quale erano presenti Vittorio Bugli, Assessore alla Presidenza della Regione Toscana, Francesco Vessichelli, Presidente Società Canottieri Firenze, Daniela Mori, Presidente Consiglio di Sorveglianza Unicoop Firenze, Maura Latini AD Coop Italia, Simone Molteni Direttore Scientifico LifeGate. Grazie all’impegno di Coop e LifeGate, anche al blasonato circolo canottieri del Ponte Vecchio a Firenze, fondato nel lontano 1886, è stato collocato il primo dispositivo Seabin capace di recuperare in media oltre 500 chilogrammi di rifiuti plastici all’anno. Seabin è una sorta di cestino mangia-plastica galleggiante, in pratica un grande filtro dotato di una pompa che trattiene i rifiuti, anche quelli più insidiosi come le microplastiche e le microfibre, ed è capace di raccogliere oltre 500 chilogrammi all’anno. E’ stato installato nel tratto del fiume antistante la Società Canottieri che si è resa disponibile a ospitarlo proprio per dare una mano a rendere più pulito il ‘suo’ fiume. L’iniziativa fa parte della campagna “Le nostre acque” di Coop e LifeGate in collaborazione con la Regione Toscana, la quale si farà anche promotrice di un protocollo d’intesa “Arno Pulito” (con Unicoop Firenze, LifeGate e Società Canottieri Firenze) per individuare tutti gli strumenti possibili per il recupero dei  rifiuti e per sensibilizzare persone e associazioni sulla salute del fiume. Dopo Firenze la campagna è destinata ad estendersi in altri luoghi della Toscana: i Seabin saranno installati, grazie anche a Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno, a Castiglione della Pescaia, a Livorno, a Bocca d’Arno - Marina di Pisa e al lago di Bilancino. 

“Sosteniamo questa iniziativa perché con la nostra campagna Toscana Plastic Free siamo in prima linea contro la plastica. Sappiamo che per conservare bella e pulita la Toscana servono azioni efficaci e collaborative: ognuno deve dare il proprio contributo e tenere pulito, raccogliendo i rifiuti abbandonati in fondo al mare, in un fiume o nei boschi. L’educazione e le buone pratiche sono fondamentali quando si parla di ambiente. Ma non basta ancora. Servono anche idee e innovazione: occorre creare strumenti nuovi e capaci di dare risultati concreti” afferma l’assessore alla Presidenza della Regione Toscana Vittorio Bugli. “La pandemia ci ha insegnato che la natura può pensare più in grande di noi e delle nostre abitudini – afferma Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate – E’ indispensabile lavorare per un’economia rispettosa e anche rigenerativa degli ecosistemi che abbiamo rovinato. La collaborazione tra Coop e LifeGate va in questa direzione e speriamo possa ispirare le aziende che oggi ragionano su una nuova ripartenza”. Il Seabin è in grado di lavorare 24 ore su 24 e pompa fino a 25 mila litri di acqua all’ora. La manutenzione consiste nello svuotamento e nella pulizia periodica.  “Un bell’esempio di collaborazione, che è una cosa necessaria quando si fanno battaglie così importanti. E poi in questa posizione lo possono vedere tutti, fiorentini e turisti. È un ottimo modo per promuovere le buone pratiche per l’ambiente - aggiunge Bugli - Innovazione e collaborazione sono gli elementi alla base anche dei progetti che abbiamo sostenuto in Toscana e che hanno avuto ottimi risultati: da Arcipelago Pulito, l’unica sperimentazione di fishing for litter in Italia, cioè il pescaggio dei rifiuti in mare, fino alla nostra campagna Spiagge Pulite contro l’abbandono della plastica monouso sotto gli ombrelloni, che ha coinvolto la scorsa estate turisti e stabilimenti balneari. La cura dei corsi d’acqua e dei fiumi è solo l’ultimo tassello della campagna già avviata Toscana Pulita, con la quale sosteniamo le azioni delle associazioni dei volontari, degli enti e dei Consorzi di Bonifica”.

I rifiuti marini sono una piaga globale. Si stima che almeno 8 milioni di rifiuti finiscono nei mari di tutto il mondo, causando non solo un danno per l’ambiente ma anche per la salute a causa delle ripercussioni sulla catena alimentare, e per l’economia, soprattutto quella legata al turismo. Ma per aggredire in problema occorre agire anche sui fiumi e sui corsi d’acqua che secondo i più recenti studi sono responsabili dell’80 per cento dell’inquinamento presente in mare. “Abbiamo accolto favorevolmente la proposta di collaborazione con LifeGate – ha sottolineato Maura Latini, AD Coop Italia intervenuta all’installazione a Firenze – ci piace iniziare idealmente la nostra nuova campagna da Firenze e dall’Arno nel cuore della città convinti che stiamo facendo un gesto concreto per migliorare l’ecosistema delle nostre acque. La riteniamo un’azione perfettamente coerente ai principi di sostenibilità ambientale a cui si ispira Coop e contiamo sul fatto che gli oltre 800 soci e i 30 atleti della Società Canottieri Firenze adottino il Seabin permettendo il suo funzionamento e ottenendo gli obiettivi di pulizia delle acque che ci siamo prefissi.”

LE TESTIMONIANZE DI ATLETI E SOCI DELLA CANOTTIERI FIRENZE

Tra i soci più giovani, ma già molto affermati come atleti per aver vinto competizioni nazionali, ed essere arrivato ai mondiali, c’è Federico Dini, 19 anni, quasi due metri di altezza, studente al primo anno di ingegneria ambientale all’Università di Firenze, alla Società Canottieri già da molti anni nonostante la giovane età. “Ho cominciato canottaggio per caso, facendo un centro estivo. La città vista dall’Arno è bellissima, un’esperienza che tutti dovrebbero fare. Anche se dal basso assistiamo anche a diversi gesti di inciviltà. Credo che servirebbero delle regole più ferree per chi inquina, che vuol dire gettare i rifiuti dalla spalletta, che poi arrivano nel fiume e da lì al mare, per essere poi ingeriti dagli animali. Ma sono convinto che servirebbe anche un diverso approccio a livello internazionale: vedo i giovani che manifestano e credo che sarebbe meglio impedire ai grandi Paesi inquinanti di continuare a mettere in pericolo il pianeta”

Particolarmente toccante la testimonianza di Gian Vitaliano Mazzoli, conosciuto con il nome di Bibi, 90 anni appena compiuti, che ancora oggi ricorda benissimo quando il pesce pescato nel fiume era ancora commestibile, e si poteva tranquillamente fare il bagno. Bibi, che ha la tessera del circolo dal 1949, ricorda i tempi in cui la vita di Firenze ruotava intorno all’Arno e qualche volta fra canottieri ed i renaioli scoppiava qualche litigio: “Prima in Arno c’erano i renaioli, che prendevano la rena dal fondo del fiume e capitava che lasciassero dei pali ficcati nel terreno, in cui ci imbattevamo con le canoe. Un paio di volte quei pali mi hanno fatto cadere e gli amici mi hanno dovuto ripescare. Non sto a raccontarvi dell’alluvione del 1966 – continua Mazzoli – dopo una vita che l’ho vissuto dal basso, è stato impressionante vedere dal piazzale Michelangelo il fiume che aveva invaso la città”. Sulla salute dell’Arno, Bibi è preoccupato: “ Non sono tanto i rifiuti che galleggiano che mi preoccupano, anche se oggi ogni tanto alcune buste di plastica si vedono sul pelo dell’acqua, ma la situazione del fondo. Ci vuole rispetto delle nostre acque e non tutti ce l’hanno. Fortunatamente le nuove generazioni, vedo la mia nipotina, sono molto attente all’ambiente: l’altro giorno stavo buttando un piatto che credevo di plastica, vedeste come mi ha rimproverato perché era biodegradabile e dovevo metterlo nell’umido!”