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ANBI, crisi idrica nel Tavoliere delle Puglie: l’agricoltura a rischio senza irrigazione
Gargano (ANBI): “Serve una volontà politica per aprire i cantieri necessari a prevenire ripercussioni economiche e sociali”

ANBI, l’emergenza idrica colpisce il Tavoliere delle Puglie: perdite economiche per almeno 1 miliardo e 400 milioni di euro
La crisi idrica colpisce duramente il Tavoliere delle Puglie, minacciando una delle aree agricole più produttive d’Italia. Per il 2024, infatti, non sarà possibile garantire l’irrigazione a una parte significativa dei campi della provincia di Foggia. L'allarme è stato lanciato da Giuseppe De Filippo, Presidente del Consorzio per la bonifica della Capitanata, nel corso di un’audizione presso le commissioni competenti del Consiglio Regionale della Puglia.
Le stime parlano chiaro: il mancato approvvigionamento idrico potrebbe causare perdite economiche per almeno 1 miliardo e 400 milioni di euro, su un totale di circa 7 miliardi di valore complessivo della produzione agricola locale. Un duro colpo per un settore già messo a dura prova dalle difficili condizioni climatiche e dall’aumento dei costi di produzione.
“È disarmante constatare come negli anni non si sia ancora riusciti ad attivare un sicuro trasferimento idrico dalle regioni vicine in soccorso di terre storicamente considerate uno dei granai d’Italia” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI.
Un’ipotesi di soluzione era stata individuata in un accordo con il Molise per il trasferimento delle eccedenze idriche. Tuttavia, come ha sottolineato Francesco Santoro, Direttore Generale del Consorzio per la bonifica della Capitanata, l’operazione richiederebbe la realizzazione di infrastrutture, al momento prive di copertura finanziaria. Se attuato, questo progetto permetterebbe di convogliare nei campi pugliesi le acque molisane, evitando che finiscano inutilizzate in mare.
Per affrontare la crisi in maniera strutturale, si sta valutando la costruzione della diga di Palazzo d’Ascoli, nel Basso Tavoliere, per la quale sono stati stanziati 8 milioni di euro. Tuttavia, i tempi di realizzazione sono lunghi e l’emergenza idrica richiede risposte immediate.
"Attualmente gestiamo quattro dighe che possono trattenere fino a 300 milioni di metri cubi d’acqua" spiega Raffaele Fattibene, Direttore dell’area Ingegneria del Consorzio per la bonifica della Capitanata, "ma ogni anno sul comprensorio cadono circa tre miliardi di metri cubi di pioggia. Riusciamo a trattenere solo il 10%, mentre il resto si disperde. Dei 300 milioni di metri cubi raccolti, 60 vanno all’Acquedotto Pugliese e con i restanti 240 milioni serviamo 140.000 ettari irrigati. Un miglioramento della gestione delle risorse idriche, attraverso il potenziamento delle opere esistenti e la realizzazione di nuovi invasi, ci permetterebbe di affrontare meglio le emergenze siccitose e ampliare le aree irrigate".
A fronte di questa situazione critica, il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano, ha ribadito la necessità di interventi strutturali e tempestivi. "Ciò che sta accadendo nel Nord della Puglia è la concreta rappresentazione di quanto da tempo andiamo proponendo: efficientamento dell’esistente, nuove infrastrutture a partire dal Piano Invasi, completamento degli schemi idrici. Serve una più decisa volontà politica per superare gli ostacoli, spesso solo burocratici, che si frappongono all’apertura di cantieri necessari per aumentare la resilienza dei territori e prevenire gravi ripercussioni economiche e sociali".
L’agricoltura pugliese, pilastro dell’economia regionale e nazionale, si trova di fronte a una sfida cruciale: senza interventi mirati e un piano di gestione idrica efficace, le ripercussioni potrebbero essere devastanti non solo per il comparto agricolo, ma per l’intero sistema economico del Mezzogiorno.