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ANBI: uno sciame alluvionale attraversa l'Italia
Vincenzi (ANBI): "Senza un'assunzione di responsabilità collettiva verso la fragilità del nostro territorio nuove emergenze sono dietro l'angolo"
In Toscana, l’apporto pluviale di Maggio ha segnato numeri record nelle aree appenniniche dell’alto Mugello (contribuendo alla tragedia romagnola tramite i bacini del Senio e del Santerno) e della Garfagnana, con cumulate, che vanno dai 400 millimetri fino a sfiorare i mm. 500 nell’area di confine tra le province di Firenze e Bologna. Oltre 300 millimetri di pioggia si sono registrati anche sull’Abetone ed a Poppi, in provincia d’Arezzo. Dopo le buone performance della scorsa settimana tornano a scendere i fiumi con Arno (ora a poco più di mc/s 22 di portata) e Serchio (mc/s 18,10) a livelli di portata, inferiori alla media ed in linea con quelli insufficienti del 2022.
Nelle Marche prosegue la “normalizzazione” dei livelli dei fiumi, che mantengono però altezze superiori al quadriennio precedente; negli invasi, l’incremento settimanale di circa 3,5 milioni di metri cubi avvicina a soli 2 milioni e mezzo il valore di massimo invaso autorizzato. In Umbria, il fiume Tevere decresce di oltre mezzo metro, mentre la Nera cala di 40 centimetri ed il Chiascio di cm. 30; da inizio Maggio, il livello idrico nel bacino della diga di Corbara è cresciuto di oltre m. 2,30. Nel Lazio, la portata del fiume Tevere a Roma centro si attesta su mc/s 141, valore superiore al biennio 2021-2022; cresce ancora l’Aniene, che arriva a toccare la confortante portata di mc/s 24,3, mentre decresce il Liri dopo i valori di piena dei giorni scorsi. Il lago del Salto, in provincia di Rieti, da inizio Maggio registra un incremento di livello pari a circa m. 3,30 mentre la situazione dei laghi Bracciano e Nemi, che non hanno fiumi immissari, fatica da anni a migliorare.
In Campania, decrescono vistosamente i livelli dei fiumi Volturno (stabile, invece, in Molise), Sele e Garigliano. Dopo aver incamerato una notevole quantità d’acqua nelle scorse settimane, i bacini della Basilicata subiscono una battuta d’arresto (circa -2,5 milioni di metri cubi) a causa di un’intensa attività irrigua, mantenendo però un surplus notevole rispetto alla già positiva primavera 2022 (+45,37 milioni di metri cubi).
Analogo andamento si registra, infine, negli invasi della Puglia, ma ciò nonostante lo scarto positivo sul 2022 sale a 50,61 milioni di metri cubi. Infine, un esempio virtuoso sull’utilità dei bacini arriva dalla Calabria, dove l’invaso della diga di Sant’Anna, dopo essere stato per lungo tempo a secco, ha recuperato in due mesi i volumi mancanti, arrivando a raggiungere, stoccando le acque di piogge anche torrenziali, registrate nell’entroterra crotonese a Maggio, il volume di 14,37 milioni di metri cubi, record in anni recenti ed a solo 1.630.000 metri cubi dal volume massimo autorizzato.