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Ogci, le big del petrolio fanno squadra contro i gas serra

Obiettivo: ridurre le emissioni nette di gas serra per poter limitare l’incremento della temperatura globale a 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Tra le altre iniziative in atto c'è anche la Oil and Gas Climate Initiative (Ogci), un'organizzazione che punta a far sentire la voce del settore Oil & Gas nel dibattito sui cambiamenti climatici. Come ha fatto anche nella recente Cop 21 di Parigi.

Attualmente ne fanno parte BG Group, BP, Eni, Pemex, Reliance, Repsol, Saudi Aramco, Shell, Statoil e Total. Insieme producono 27 milioni di barili equivalenti di petrolio al giorno, quasi un quinto della produzione globale .

L'idea è nata da un confronto tra Eni, Saudi Aramco nel gennaio 2014, durante l’Annual Meeting del World Economic. Il lancio ufficiale pochi mesi dopo, nel settembre dello stesso anno. Poche settimane fa, un nuova tappa: il lancio del primo report dell'organizzazione, intitolato “Più energia, meno emissioni: catalizzare azioni pratiche per affrontare i cambiamenti climatici”.

Nella storia, ancora breve, dell'Ogci non ci sono solo report e convegni: tutti i suoi membri hanno ridotto del 20% le emissioni di gas serra provenienti dalle loro operazioni negli ultimi 10 anni.

“Abbiamo sottoscritto una lettera pubblica per richiedere l’introduzione a livello mondiale di meccanismi di carbon pricing”, ha affermato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. “È qui, a nostro avviso, che va fissato il pilastro di un’intesa internazionale che vincoli sia i Paesi avanzati sia quelli emergenti, superi la frammentazione attuale e favorisca, disincentivando le tecnologie inquinanti, l’affermazione di un paradigma low carbon capace, al contempo, di non ingenerare squilibri competitivi tra Paesi”.

Per raggiungere il traguardo, ha affermato Descalzi proprio in occasione della Cop 21, “oltre agli obiettivi occorre definire le policy”. In altre parole: non basta fissare "dove si vuole arrivare" ma bisogna stabilire anche "come farlo".