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Osservatorio ANBI: il Paese rischia di arrivare stremato all'autunno
Vincenzi (ANBI): "Occorre far presto per riparare i danni, evitando di esporre le comunità a nuovi rischi"
Tra i laghi dell’Italia centrale, nel Lazio tornano a calare i livelli di Bracciano e Nemi; le portate del fiume Tevere ridiscendono al di sotto dei 100 metri cubi al secondo a Roma (inferiori alla media del periodo), mentre in linea con i valori medi sono quelle dell’Aniene, seppur anch’esse in calo. Flussi in diminuzione anche negli alvei di Liri e Sacco, mentre crescono nel Chiascio, superando abbondantemente i valori medi del mese di luglio. Seppur con volumi differenziati, sono tutte in decrescita le portate dei fiumi in Campania
(Volturno, Garigliano, Sele). In Basilicata gli invasi, nonostante il rilascio di oltre 6 miliardi di litri d’acqua in 2 settimane, trattengono ancora quasi 470 milioni di metri cubi d’acqua con un surplus di oltre 89 sul 2022, ricco d’acqua per la regione.
Ancora maggiore è la riduzione dei volumi invasati nella confinante Puglia, dove tocca i 23 milioni di metri cubi, ma i quasi 87 milioni in più rispetto all’anno scorso permettono di affrontare i torridi mesi estivi senza particolari preoccupazioni. Notizie idriche confortanti arrivano anche dalla Calabria, dove il bacino crotonese di Sant’Anna trattiene 13 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua, distanziando i valori registrati negli anni passati (rispetto all’anno scorso: + mc. 10.200.000).
Non va altrettanto bene in Sicilia, i cui invasi, nonostante le abbondanti precipitazioni dei mesi invernali e primaverili, trattengono molta meno acqua rispetto al 2022 (oltre il 10% in meno). Sono, invece, in aumento le disponibilità idriche nei bacini sardi, che registrano un leggero surplus rispetto all’anno scorso; ciò nonostante, l’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna classifica tutti gli invasi del settore Nord-Occidentale dell’Isola a livello d’allerta.