Green
Osservatorio ANBI: preoccupazione per il meteo e crisi idrica per i laghi del centro Italia
Vincenzi (ANBI): "Registriamo un’inversione di tendenza rispetto all’anno scorso, con nevicate particolarmente scarse sulle regioni alpine"
Osservatorio ANBI: allarme per il meteo sul Mediterraneo, scarse nevicate sulle Alpi e grave crisi idrica nei laghi del centro Italia
L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche lancia un nuovo allarme: la situazione meteo sul Mediterraneo, in particolare nel settore del mar Ionio a sud delle coste siciliane, desta preoccupazione. Le temperature marine, che superano i 20 gradi (fonte: ECMWF), alimentano il rischio di eventi atmosferici estremi con l’imminente calo termico previsto (fino a 10 gradi). Lo scontro tra correnti polari fredde e acque marine insolitamente calde potrebbe generare fenomeni violenti, come già avvenuto in passato.
Il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, sottolinea la gravità della situazione: “Questa fase è cruciale per la costituzione delle riserve idriche, indispensabili per i mesi a venire. Registriamo un’inversione di tendenza rispetto all’anno scorso, con nevicate particolarmente scarse sulle regioni alpine”. L’accumulo di neve sulle Alpi supera di poco il metro nelle vette più alte, mentre sull’Appennino centrale, in Abruzzo, il manto nevoso ha raggiunto livelli superiori a quelli delle ultime stagioni (112 cm a Passolanciano, 94 cm a Maieletta Mamma Rosa).
La situazione dei laghi del Centro Italia si fa sempre più preoccupante. Nel Lazio, i laghi vulcanici (Bracciano e Nemi) continuano a calare, con livelli idrometrici che non accennano a risalire nonostante le piogge autunno-vernine. Anche il lago Trasimeno in Umbria rimane in crisi, con un livello stabile a -1,53 metri rispetto alla norma. “La persistente crisi idrica di questi bacini rischia di avere conseguenze pesanti su ecosistemi ed economie locali”, avverte Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
I fiumi del Lazio registrano flussi inferiori alla media: il Tevere è a un terzo della portata consueta, mentre i fiumi Aniene e Velino sono in forte deficit. Solo il fiume Fiora nella Tuscia mostra un incremento del 25% rispetto alla media.
In Sicilia, dopo un anno di siccità estrema, il mese scorso ha portato piogge benefiche, con accumuli superiori ai 200 mm nel Messinese. Questo ha permesso all’invaso di Ancipa di recuperare: da meno di 300.000 metri cubi a 9 milioni. Anche in Basilicata si registra un miglioramento, con 28 milioni di metri cubi nei bacini, ma il deficit rispetto a gennaio 2024 rimane significativo (-109,21 milioni). In Puglia, i bacini della Capitanata hanno guadagnato 7,6 milioni di metri cubi in venti giorni, ma resta un deficit annuale di oltre 97 milioni.
Nel Nord Italia, i laghi Maggiore e Lario segnano rispettivamente un riempimento del 65% e del 20,6%. La scarsità di neve in Lombardia (-70%) aggrava il deficit idrico (-37% sulla media del periodo). Solo il lago di Garda registra un leggero miglioramento. Tra i fiumi, solo l’Adige in Veneto mostra portate superiori alla media (+31%), mentre Po, Tanaro, Stura di Lanzo e Dora Baltea sono in deficit. Precipitazioni recenti hanno migliorato i flussi in Liguria e Toscana, ma il Nord-Ovest soffre ancora.ANBI chiede interventi infrastrutturali e una gestione più sostenibile delle risorse idriche per affrontare una crisi sempre più grave. L’inizio del 2025 conferma la necessità di un’azione rapida per evitare pesanti conseguenze ecologiche ed economiche nei mesi a venire.