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Siccità, ANBI: le piogge migliorano la crisi ma mancano nuovi invasi

In Emilia-Romagna, dopo l’emergenza alluvionale, le portate di molti fiumi appenninici sono ridiscese al di sotto dei valori medi mensili, a dimostrazione dell’accentuazione del carattere torrentizio assunto. Interessante è notare come la parte occidentale della regione sia stata quasi completamente esclusa dalle piogge primaverili, confinando fiumi come il Taro ad un soffio dal livello minimo storico. Anche sul Nord Est d’Italia, un freddo mese d’aprile non è stato generoso di piogge: in Veneto gli apporti meteorici sono stati inferiori del 24% alla norma (bacino della Livenza: -48%); la risorsa nivale è simile all’inverno scorso mentre, per quanto riguarda le acque sotterranee, permane la condizione di scarsità idrica con livelli di falda, in alta pianura, prossimi od inferiori ai minimi assoluti, registrati in questo periodo nei recenti 20 anni, con punte fino ad oltre -120% (fonte: ARPAV).

In Toscana tornano a ridursi le portate fluviali, dove spicca la performance negativa del Serchio, i cui flussi sono ben al di sotto delle medie storiche (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana). Restano sostanzialmente stabili, invece, i livelli dei fiumi nelle Marche, dove i bacini artificiali, nonostante gli attingimenti, continuano a mantenere un quantitativo di risorsa superiore agli anni scorsi. In Umbria, nonostante un mese di aprile ed un inizio di maggio piuttosto generosi in termini di piogge, non migliorano le condizioni del lago Trasimeno, cala il livello del fiume Nera mentre resta stabile quello del Chiascio.

Nel Lazio crescono le portate dei fiumi Aniene, Liri e anche del Tevere, che mantiene una portata media di mc/s 92 in centro a Roma; aumentano i livelli dei laghi di Nemi (+ cm.4) e di Bracciano (+cm.3). In Abruzzo, aprile è stato più fresco della media e buono è il bilancio idrico in tutta la regione con anomalie positive, più marcate nella provincia di Pescara. In Molise, il livello dell’acqua nella diga del Liscione è m. 3,64 più alto rispetto al 2022. In Campania, i livelli dei fiumi Volturno e Sele sono superiori a quelli dello scorso quinquennio (fonte: Centro Funzionale Multirischi Protezione Civile Campania). In Basilicata, le piogge della settimana scorsa hanno regalato circa 18 milioni di metri cubi d’acqua in più nei bacini della regione (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale); nella vicina Puglia, la crescita è stata solo di un paio di milioni di metri cubi. 

In Calabria, la diga di Sant’Anna, grazie all’apporto di 7 milioni di metri cubi d’acqua, ha recuperato quasi tutto il deficit accumulato negli scorsi mesi che, in controtendenza con il resto della regione, erano stati particolarmente secchi sulla provincia crotonese; intense piogge, addirittura estreme si sono registrate su alcune località della Sila (a Longobucco, dove si è verificato il crollo di un viadotto, sono caduti 200 millimetri di pioggia in 2 giorni). Violenti nubifragi si sono abbattuti localmente anche sulla Sicilia, dove 223 mm di pioggia in un paio di giorni sono stati registrati ad Antillo, nel messinese. Infine, una situazione pluviale molto diversa si registra in Sardegna dove, escluso quello della Liscia, tutti gli invasi settentrionali restano in una condizione idrica che la Regione indica di pericolo; stessa condizione vale per i bacini del settore centro-orientale (Nuorese). Complessivamente, rispetto al 2022, nell’isola mancano all’appello ben 158 milioni di metri cubi d’acqua (fonte: Autorità di bacino regionale Sardegna).

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