A- A+
Home
I gollisti si alleano con Le Pen: la Dx francese segue le orme di Meloni

Europee, in Francia la Destra segue l'esempio di Meloni. Il commento 

Quando il presidente francese Emmanuel Macron, dopo aver visto i disastrosi, per lui e il suo partito, risultati delle elezioni europee, ha deciso il colpo del voto anticipato (cosa che tra le altre cose aveva già fatto un anno fa Sanchez in Spagna, cosa che invece la sinistra qui in Italia si è ben guardato da provare a fare negli ultimi dieci anni), pochi forse avrebbero creduto a un possibile accordo tra i partiti di centro destra. Forse nemmeno il presidente stesso, che ora deve subire le critiche anche all’interno della sua stessa maggioranza, certamente rimasta sorpresa da una decisione presa, senza evidentemente consultarsi con i suoi, il premier Jacques Attali in testa.

Il tentativo di sparigliare di un Macron ormai all'angolo, non solo in patria ma anche in Europa, e giocarsi tutto come in una mano di poker, sperando sempre nella paura delle destre, e riconquistando una piane maggioranza potrebbe clamorosamente ritorcersi contro, anche alla luce del clamoroso accordo tra i gollisti e la Le Pen di ieri. Quanto successo ieri con l’ accordo di massima tra il leader gollista Eric Ciotti e la Le Pen, potrebbe aprire scenari del tutto inesplorati in Francia, non solo in vista delle legislative, ma anche e soprattutto in vista delle presidenziali del 2027 (sempre che Macron, chissà, non decidesse magari di farsi da parte anche prima). 

LEGGI ANCHE: Terremoto in Francia: Le Pen primo partito, Macron convoca elezioni

La formazione di destra, fondata nel lontano 1972, da Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, per ben tre volte è arrivato al ballottaggio per le presidenziali, sia con il gollista Chirac e sia per ben due volte proprio con Macron, sconfitta sempre per quel cordone sanitario che come in Europa impedisce alla destra di andare a occupare posti di governo. I repubblicani al ballottaggio avevano sempre evitato di fare accordi con la formazione della Le Pen, e anche questo aveva sempre relegato la Le Pen in una posizione da eterno secondo nella corsa per le presidenziali. Se poi a questo si unisce l’accordo tra Bardella, giovane emergente leader del RN, con la nipote di Marine, Marion Maréchal, leader di Reconquette, l’altra formazione di destra, fondata dall’ex candidato alla presidenziali Eric di Zemmour, ecco che le cose potrebbero cambiare decisamente.

Ma tutto questo non può non essere stato influenzato da quello accaduto a settembre del 2022 e nei mesi successivi in Italia, con il governo guidato da Giorgia Meloni. La premier italiana da molti osservatori considerata come la nuova King maker d’Europa, effettivamente sta davvero diventando un modello per molti nel vecchio continente. In Francia il leader di Rn. Jordan Bardella, lunedì ha firmato un accordo con Marion Maréchal, leader della altra formazioni di destra francese Reconquette, entrata di recente al Parlamento europeo nella formazione dell’Ecr di Giorgia Meloni. Insomma alle legislative francesi non si può vedere una ripetizione dello schema di coalizione italiano di centrodestra che ha trionfato alle ultime politiche del 2022. Uno schema che da tempo Giorgia Meloni dice di voler esportare anche in Europa, malgrado molti continuano a ritenerla una ipotesi fantasiosa, non capendo invece che le maggioranza a Bruxelles sono ben differenti da quelle nazionali. Le ultime elezioni europee hanno certamente rafforzato grandemente la Meloni e indebolito i due più forti e autorevoli (almeno sulla carta) avversari in Europa, il francese Macron e il tedesco Scholz.

Tornando alla Francia è evidente che la mossa dei Repubblicani (che deve comunque affrontare alcune importanti resistenze al suo interno) mira a spaccare ulteriormente il fronte opposto, con la sinistra radicale di Mélenchon, che ha ottenuto solo il 9,5% dei voti, contro il 19% delle legislative e dall’altra alla socialista più moderata di Glucksmann che dopo il disastroso risultato delle ultime legislative, ha invece guadagnato consensi fermandosi però al 14%. Le républicains da anni ormai ai margini della politica francese, sentono finalmente l’esigenza e la possibilità concreta di tornare in qualche modo a essere protagonisti o quantomeno a contare negli equilibri della politica francese, e mettono da parte quei preconcetti che li aveva costretti a rinnegare la loro natura e appoggiare candidati esterni ai loro valori tradizioni e idee politiche, pur di non far salire al potere i lepenisti. Ed in questo importante passaggio non può non aver influito il saggio e autorevole comportamento sino a qui tenuto, proprio dalla premier italiana in politica estera e nei principali consessi europei e internazionali.

Ed in questo senso Giorgia Meloni e il suo governo, soprattutto alla luce dell’ottimo risultato ottenuto alle ultime europee, non possono non rappresentare un'ottima cartina di tornasole per tutti coloro che, proprio come la Le Pen in Francia, vengono visti come veri e propri spauracchi sovranisti e populisti. Inutile ricordare le peggiori disgrazie per il paese che qualcuno preconizzava, in campagna elettorale, in caso di arrivo della Meloni a Palazzo Chigi, tutto clamorosamente smentito dai fatti. E’ chiaro che lo standing e l’autorevolezza del governo della Meloni non possono che essere rassicuranti per le opinioni pubbliche europee, in primis proprio quella francese, che ha sempre visto un governo Le Pen come una ipotesi antidemocratica, illiberale e al limite dell’oscurantismo.

E quindi facile immaginare che nel prossimo consiglio europeo a dare le carte possa essere proprio Giorgia Meloni, che non può non guardare ai suoi omologhi francese e tedesco (anche lo spagnolo Sanchez non può certo dirsi rafforzato in patria) da una posizione di forza e avere un potere contrattuale, che forse mai come adesso, un governo italiano può avere in Europa.



in evidenza
Matteo Berrettini is back, che balzo in classifica Atp: oltre 30 posizioni

Così è rinato il tennista azzurro

Matteo Berrettini is back, che balzo in classifica Atp: oltre 30 posizioni


in vetrina
Un racconto sulle assurdità del nazismo: la recensione di Ferrovie del Messico

Un racconto sulle assurdità del nazismo: la recensione di Ferrovie del Messico


motori
Mercedes EQE SUV: innovazione e versatilità nel segmento elettrico

Mercedes EQE SUV: innovazione e versatilità nel segmento elettrico

Coffee Break

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.