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Israele attacca l'Iran (colpite basi militari), Teheran: "Umilieremo i nostri nemici". E Gli Usa...

Usa, 'per Israele è autodifesa, Iran eviti altri attacchi per prevenire escalation'. Biden e Harris erano stati informati dell'attacco ma gli uffici presidenziali hanno tenuto a precisare che non c'è stato "alcun coinvolgimento" degli Usa negli attacchi

Mosca ha informato Teheran dell'attacco

Una fonte ha detto a Sky News Arabia che la Russia ha informato l'Iran dell'esistenza di movimenti militari americani e israeliani, sottolineando che la fornitura di queste informazioni da parte di Mosca è il risultato della "cooperazione con l'Iran e della riduzione dell'escalation nella regione", lo scrive il sito dell'emittente.

Israele attacca l'Iran, Teheran: "Umilieremo i nostri nemici"

Il primo vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha dichiarato che "il potere dell'Iran umilierà i nemici della madrepatria", in un messaggio sul suo account X in risposta agli attacchi israeliani alle basi militari in alcune città iraniane. Nel frattempo Tasnim, agenzia di stampa vicina alle Guardie Rivoluzionarie, ha citato una fonte informata secondo cui l'Iran è pronto a rispondere ai nuovi attacchi israeliani in modo appropriato. La fonte sostiene inoltre che l'annuncio di Israele di aver colpito 20 luoghi in Iran sarebbe "falso" e Tel Aviv starebbe cercando di amplificare il suo "debole" attacco.

Israele 'risponde' a Iran con attacco 'mirato'

A Washington, la Casa Bianca ha descritto questi attacchi come “manovre di autodifesa” e ha invitato Teheran a “cessare i suoi attacchi contro Israele in modo che questo ciclo di combattimenti possa finire senza ulteriore escalation”. Biden e Harris erano stati informati dell'attacco ma gli uffici presidenziali hanno tenuto a precisare che non c'è stato "alcun coinvolgimento" degli Usa negli attacchi. Ma i timori di un aumento ulteriore della tensione nell'area restano: nelle ultime settimane, l’Iran ha giocato sia sulla tensione che sul rilassamento, di fronte alle minacce di ritorsioni israeliane per i suoi lanci missilistici. “Vi colpiremo ancora dolorosamente” in caso di attacco, aveva avvertito il generale Hossein Salami, leader delle Guardie Rivoluzionarie, il potente esercito ideologico incaricato di difendere il regime della Repubblica Islamica.

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“Non vogliamo la guerra, vogliamo la pace”, ha insistito più volte il ministro degli Esteri Araghchi, assicurando però che l’Iran è “totalmente pronto ad affrontare una situazione di guerra”. Ad aprile, Teheran aveva già lanciato missili e droni contro Israele, nel corso di un’operazione senza precedenti dopo un attacco mortale contro il suo consolato in Siria, imputato all’esercito israeliano. Successivamente sono state segnalate detonazioni nell'Iran centrale, con alti funzionari americani che hanno parlato nei media di una risposta israeliana. Israele, da parte sua, non ha mai rivendicato la responsabilità di un attacco. Intanto l'Arabia saudita è stata la prima a commentare i raid di Israele, condannandoli e parlando di violazione della sovranità e del diritto internazionale. Il Regno ha esortato tutte le parti a esercitare "la massima moderazione" e ha invitato la comunita' internazionale ad agire per ridurre le tensioni e porre fine al conflitto regionale.

A Washington, la Casa Bianca ha descritto questi attacchi come “manovre di autodifesa” e ha invitato Teheran a “cessare i suoi attacchi contro Israele in modo che questo ciclo di combattimenti possa finire senza ulteriore escalation”. Biden e Harris erano stati informati dell'attacco ma gli uffici presidenziali hanno tenuto a precisare che non c'è stato "alcun coinvolgimento" degli Usa negli attacchi. Ma i timori di un aumento ulteriore della tensione nell'area restano: nelle ultime settimane, l’Iran ha giocato sia sulla tensione che sul rilassamento, di fronte alle minacce di ritorsioni israeliane per i suoi lanci missilistici. “Vi colpiremo ancora dolorosamente” in caso di attacco, aveva avvertito il generale Hossein Salami, leader delle Guardie Rivoluzionarie, il potente esercito ideologico incaricato di difendere il regime della Repubblica Islamica.

“Non vogliamo la guerra, vogliamo la pace”, ha insistito più volte il ministro degli Esteri Araghchi, assicurando però che l’Iran è “totalmente pronto ad affrontare una situazione di guerra”.

Ad aprile, Teheran aveva già lanciato missili e droni contro Israele, nel corso di un’operazione senza precedenti dopo un attacco mortale contro il suo consolato in Siria, imputato all’esercito israeliano. Successivamente sono state segnalate detonazioni nell'Iran centrale, con alti funzionari americani che hanno parlato nei media di una risposta israeliana. Israele, da parte sua, non ha mai rivendicato la responsabilità di un attacco. Intanto l'Arabia saudita è stata la prima a commentare i raid di Israele, condannandoli e parlando di violazione della sovranità e del diritto internazionale. Il Regno ha esortato tutte le parti a esercitare "la massima moderazione" e ha invitato la comunita' internazionale ad agire per ridurre le tensioni e porre fine al conflitto regionale.