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L'influenza dei social newtwork su chirurgia plastica e medicina estetica

di Francesca Lovatelli Caetani

Il parere del dottor Angelo Sapuppo, eccellenza nel campo della chirurgia plastica e ricostruttiva

Eccesso di filtri sui social newtwork; Instagram e Facebook e le app che levigano i volti influiscono notevolmente sulle richieste da parte dei pazienti che richiedono interventi di chirurgia plastica e medicina estetica.

Sicuramente in quest’epoca dove social, mondo virtuale e influencer ricoprono sempre un ruolo più predominanze, a volte discutibile, la tendenza alla medicina e chirurgia estetica è aumentata. 

La correlazione ancora non è del tutto chiara, però è interessante uno studio effettuato dalla Johns Hopkins University, che mette in rilievo l’ incremento e la propensione alla chirurgia estetica per i giovani che fanno utilizzo dei social rispetto a chi non li usa.

“I social più utilizzat- Instagram/TikTok- si basano su un imprinting prevalentemente fotografico e pertanto l’immagine è fondamentale per catturare like e follower”-sottolinea il dottor Angelo Sapuppo, eccellenza nel campo della chirurgia plastica e ricostruttiva, con sei sedi in Italia, Bolzano, Verona, Cagliari, Catania, Milano e Padova.

“L’apparire diventa la base e questo è sicuramente aiutato da tutti i filtri che queste app apportano per “migliorare” la propria immagine. 

A mio parere questo uso non è più una moda, ma una necessità. Difficilmente si postano foto o storie che non siano “ritoccate” dai filtri, pertanto una persona che si “mostra” sui social sarà ben diversa di come è nella realtà. 

I reality comunicano immagini sbagliate a livello di modelli estetici?

“I reality in teoria dovrebbero comunicare la realtà, pertanto se ci riferiamo a programmi televisivi anche se magari pilotati, o studiati a tavolino non “storpiano” l’immagine. Il problema invece si pone quando ci si interfaccia in un mondo non reale, come quello dei social, dove la maggior parte degli utenti utilizza filtri di tutti i tipi pur di avere un seguito".

Quali consigli vuole dare alle giovani generazioni?

"Il consiglio è quello di ridurre il più  possibile l’utilizzo di questi filtri: per carità possono essere utilizzati per fare qualcosa di simpatico in maniera sporadica, ma non deve diventare una “prassi”. Il rischio è che si divento schiavi di questa "immagine filtrata" e non ci si riveda nel mondo reale; pertanto si rischia di sfociare nelle richieste piu' disparate per quanto riguarda i ritocchi, o, peggio ancora, di permanere ed essere schiavi piu' del mondo virtuale che del reale". 

Sono in aumento i casi di dismorfofobia tra donne e uomini? Quale è l'età più critica?

"Per quanto mi riguarda la richiesta soprattutto negli adolescenti e' aumentata. In questo caso il professionista serio deve mettere dei paletti, dialogare sia con i giovani pazienti che con i genitori e in alcuni casi indirizzarli dallo specialista di pertinenza. Ormai i social sono utilizzati da minorenni, pertanto inculcare certe ideologie o certi stereotipi in ragazzini di 10 anni e' estremamente pericoloso. 

Mi sta capitanto sempre piu' frequentemente in questo periodo post-covid che mi si presentino in studio giovani pazienti accompagnati dai genitori che hanno esigenza di cambiare il loro aspetto.

Tutto questo e' assolutamente da evitare, poiche' un ragazzo o una ragazza di 14/15 anni non e' assolutamente maturo mentalmnete per affrontare interventi chirurgici che cambieranno la vita in maniera permanente.

Oltretutto bisogna fare grande informazione su questo, perche' oltre a un discorso etico e morale di non operare minorenni, c'e' una problematica chirurgica dal punto di vista dei risultati, perchè un corpo o un viso a quell'eta' devono ancora completare lo sviluppo.