Libri & Editori
Cinque libri da leggere a novembre 2023
Italiani e stranieri, bestseller ed esordienti, saggi e narrativa: ecco le nostre proposte per il mese di novembre
2) Vicolo Sant’Andrea 9 di Manuela Faccon (Feltrinelli)
Ci piace dare spazio anche agli autori esordienti, quelli che non hanno già venduto milioni di copie ma sono all’inizio della loro carriera come scrittori e proprio per questo rappresentano delle voci nuovi da ascoltare. Una di queste è Manuela Faccon, che ha già una formazione di tutto rispetto alle spalle in ambito storico e universitario, ha pubblicato due libri, molti articoli ed è anche insegnante. Questa è però la prima volta che approda alla narrativa con una casa editrice importante come Feltrinelli e lo fa raccontando la storia di una donna all’apparenza semplice, ordinaria, ma in realtà più misteriosa e complessa di quanto si possa pensare a prima vista. Ecco uno degli aspetti su cui Vicolo Sant’Andrea 9 ci porta a riflettere: chi è davvero la portinaia del palazzo accanto? Nessuno sembra fare caso a lei, che peraltro non intende catturare l’attenzione vestendo sempre in modo dimesso; la si potrebbe catalogare in pochi secondi come una persona insignificante e andare oltre, ma è proprio dietro la normalità che a volte si nascondono situazioni avvincenti inaspettate. Ecco perché non ci dovrebbe mai fidare della prima impressione, e forse neppure della seconda.
Il romanzo della Faccon è ambientato in parte negli anni Cinquanta e presenta una trama ricca di eventi, colpi di scena, segreti, dettagli storici. Teresa, la protagonista a cui abbiamo accennato sopra, viene infatti scelta dalla donna per cui lavora per prendersi cura del suo bambino Amos, quando i fascisti arrestano tutta la sua famiglia ebrea. A soli sedici anni le piomba quindi addosso una responsabilità immensa, alla quale non riesce a dar seguito perché qualcuno ha assistito all’arresto ed è pronto a tradirli: Teresa non fa neppure in tempo ad affezionarsi al bambino che già le viene portato via, mentre lei finisce rinchiusa in un manicomio. L’autrice compie quindi un salto temporale all’età adulta, precisamente a quando la vita le concede una possibilità di riscatto, di pareggiare i conti; perché in fondo lei quel bambino non lo ha dimenticato e non ha mai smesso di cercarlo. “La ricerca di Amos sarà ciò che farà di Teresa la donna forte che poi nel romanzo diventerà. In questi anni frugherà tra le carte delle signore che le offrono un impiego come portinaia, troverà qualche indizio e alla fine riuscirà ad individuare un bimbo dell’età di Amos, il neonato ebreo che lei aveva portato in salvo. Proverà ad avvicinarsi a questo bambino, ma scoprirà che non sarà affatto facile” ha spiegato l’autrice a Rai Cultura.
Ancora una volta non possiamo che sottolineare la volontà di far emergere la forza e la caparbietà delle donne in un’ottica femminista, in questo caso utilizzando lo stratagemma di non rendere queste doti palesi sin dalle prime pagine – Teresa non appare di certo come un’eroina da film – ma svelando il coraggio e la lealtà della protagonista pagina dopo pagina, senza dimenticare di mettere bene in evidenza che cosa comporti essere una persona integra e dignitosa nella società contemporanea, come pure nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Il romanzo possiede una solida base storica, che emerge anche nella capacità di indagare il quotidiano degli anni Quaranta e Cinquanta, ovvero le vite delle persone normali, meno in vista, ciascuno a suo modo colpito dal fenomeno del Fascismo, dalle leggi razziali e poi dal conflitto mondiale. Dunque una corposa documentazione che l’autrice tende a sottolineare: “Cercare e studiare tutto questo è stato un lavoro lungo, che mi ha fatto passare molte ore con l’interesse puntato su una storia che non conoscevo a fondo”. In particolare, la Faccon si è concentrata su Padova, dove le vicende sono ambientate; specie sul passato della città durante e dopo la guerra, riportando quindi in luce una pagina interessante della storia italiana.
Lo consigliamo perché: è un’ottima proposta editoriale di un’autrice esordiente ma già formata che farà probabilmente ancora parlare di sé, oltre a permetterci di conoscere meglio un luogo e un’epoca di cui non si è scritto molto fino ad ora.