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"Ascia nera. La mafia nigeriana in Italia": recensione del libro di Bernieri
"Ascia nera. La mafia nigeriana in Italia", ecco la recensione della scrittrice Silvana De Mari
"Ascia nera. La mafia nigeriana in Italia", il libro di Claudio Bernieri. La recensione di Silvana De Mari
La scrittrice Silvana De Mari ha recensito sul suo sito silvanademaricommunity.it il libro di Claudio Bernieri "Ascia nera. La mafia nigeriana in Italia". Ecco il suo articolo.
DUE CONSIGLI PER LE VACANZE - Di Silvana De Mari
Due consigli per le vacanze.
Primo consiglio: portiamoci qualcosa da leggere-
“Là in Nigeria la schiavitù non è mai cessata, queste sister sono come tortorelle, vengono vendute al mercato, ma noi per non far torto alla Boldini dobbiamo stare zitti”
Questa è una battuta del brigadiere Nebbia, personaggio del libro Ascia nera, di Claudio Bernieri, edizioni Presidio, introduzione di Alessandro Meluzzi. Sister è la parola che indica le prostitute, le ragazzine strappate alla loro terra per buttarle sui nostri marciapiedi, seviziate, terrorizzate, minacciate di magia nera oltre che di torture.
Il libro è imperdibile. Serve per capire cosa succede, ed è scritto benissimo, particolare non da poco. I dati attualmente in possesso raccontano come gli stranieri emigranti commettano sei volte i reati degli italiani. La Nigeria ci ha regalato la sua mafia. La Nigeria è il più ricco paese africano. Questa criminalità è in grado di procurarsi potere e alleanze, e sta facendo terra bruciata sotto i piedi delle vecchie mafie locali, che paragonate a questi gentiluomini fanno tenerezza. Ragazzine vengono vendute sui bordi delle strade. È ricomparsa, e in numeri folli, la morte per overdose da eroina, di cui ci eravamo liberati: i gentiluomini la vendono davanti alle scuole spesso tagliata come capita. A Castel Volturno il peggio: l’assassinio di persone per venderne gli organi. I traffici di organi si incrociano con i trasportatori di cocaina, eroina, o della ben più mite mendicità organizzata. Abbiamo negli occhi i funerali delle due ragazzine uccise, Pamela e Desirè. Ragazzini e ragazzine vengono affascinati dagli spacciatori. A 14, 15,16 anni si è dannatamente scemi. C’è sempre la collera per papà e mamma, e poi c’è il brivido della trasgressione. Noi negli anni 50 avevamo come trasgressione la Marlboro rubata e la sbronza di liquore Strega la sera in cui mamma e papà erano via. Oggi c’è lo spacciatore davanti a la scuola. L’eroina dà dipendenza, dannatamente più della Marlboro, una dipendenza terribile, che ti entra nel sangue e nella mente, la carenza diventa dolore da mancanza di endorfine, l’eroina è una catena che lega il ragazzino, ma soprattutto la ragazzina allo spacciatore. E quindi le ragazzine, come Desirè e Pamela poi vanno a cercare lo spacciatore, entrando in luoghi maledetti da cui non escono vive. Per Desirè e Pamela è stato l’ultimo viaggio. La prima è stata lasciata morire. Sarebbe stato sufficiente chiamare un’ambulanza e lei sarebbe viva, con suoi capelli biondi e sua madre che ha bisogno di lei, ma l’hanno lasciata agonizzare. Dicono che sia stata stuprata da agonizzante, addirittura da morta. Corrono voci terribili. Ancora più atroci quelle che riguardano Pamela, il cui corpo è stato sezionato in maniera chirurgica. Non è stato smembrato con un machete, non c’è stato nulla di brutale, ma al contrario un atroce lavoro di precisione, una terrificante manifestazione dello stesso tipo di capacità tecnica che serve per vendere organi.
Tutto questo è tra di noi. Nelle vasche da bagno dei quartieri popolari di Torino, la città della Sindone, si sgozzano gatti e galline: il loro sangue serve per la magia nera che terrorizza le piccole prostitute, che vengono da quella nazione, la Nigeria, che potrebbe veramente diventare la Svizzera dell’Africa, e che ha bisogno per questo di tutti i suoi figli, e che non ha bisogno di fiumi di denaro “guadagnati in Italia” che arrivano nelle mani sbagliate per destabilizzare ancora di più il paese.
Ascia nera è un libro imperdibile. Dobbiamo leggerlo per noi, per i nostri figli. Dobbiamo leggerlo per Pamela, smembrata chirurgicamente e messa in due trolley. Trolley è la parola che nel vocabolario della mafia nigeriana indica il gentiluomo che organizza la tratta della piccole nigeriane, tratta che si interromperebbe se nessuno ne fosse più cliente, come si interromperebbe lo spaccio se ogni ragazzino capisse il crimine che compie a comprare la dose.
È un libro fondamentale perché la conoscenza è potere, la conoscenza aumenta la sopravvivenza. Siamo un popolo cui è stato tolto ogni potere, incluso il diritto elementare di girare per le proprie strade senza avere paura. Non ci possiamo permettere di rinunciare anche alla conoscenza. Anche perché dalla conoscenza si passa alla comprensione. dalla comprensione si passa all’azione, e dall’azione nascono la libertà e la giustizia. Quella per Pamela, quella per le piccole sister, quella per chi ha sacrificato tutto per arrivare in Italia per scoprire che qui di lui, servivano solo i reni, le cornee e il lobo destro del fegato.
Secondo consiglio per le vacanze: mettete le inferriate alle finestre. Se non avete i soldi piuttosto rinunciate alle vacanze.
Da www.silvanademaricommunity.it/2019/08/03/2533/