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Libri & Editori
Ferie, cinque libri da portare con sé in vacanza e gli audiolibri da ascoltare

3)  Madre d’ossa di Ilaria Tuti (Longanesi)

Non può di certo mancare un thriller e, se vogliamo tenere alta la qualità letteraria di questo servizio, basta guardare all’ultima pubblicazione di Ilaria Tuti, tra le principali scrittrici italiane di genere. Madre d’ossa, edito da Longanesi, è da settimane in testa alle classifiche e rappresenta senza ombra di dubbio una perfetta lettura estiva: magnetica, scorrevole, in grado di tenere con il fiato sospeso e di non risultare mai noiosa, come d’altra parte ci ha abituati lo stile agevole e spigliato della Tuti. Sebbene l’autrice abbia dato prova di sapersi destreggiare in generi diversi, riuscendo a maneggiare con sapienza anche tematiche drammatiche con un contesto storico che necessitano di uno stile narrativo diverso, in questo caso suggeriamo un noir con una connotazione chiaramente giallistica, dove sino alla fine il desiderio del lettore sarà quello di scoprire cosa si nasconde dietro i molti segreti delle vicende che si intrecciano tra loro.

Madre d'ossa
 

Teresa Battaglia, protagonista questa volta di una storia che in via eccezionale ribalterà le carte in gioco, è un personaggio divenuto ormai talmente celebre da aver meritato una fiction, dove è interpretata da Elena Sofia Ricci. Di lei è innamorata mezza Italia, eppure qui accade qualcosa di strano, di diverso, perché il commissario viene ritrovato sulla scena del delitto con il cadavere di un ragazzo tra le braccia e non è in grado di spiegare ciò che è accaduto. Toccherà allora a Massimo Marini, altro grande protagonista dei libri della Tuti, aiutarla, non soltanto contro le accuse che potrebbero essere mosse contro di lei – a cominciare da quella di aver inquinato la scena del crimine –, ma anche nei confronti delle problematiche di cui soffre. Ha dichiarato l’autrice in un’approfondita intervista realizzata da Thriller Nord a proposito della sua eroina imperfetta: “In Teresa ci sono mille donne, donne normali che incontriamo tutti i giorni, capaci di affrontare la solitudine, la malattia, le difficoltà della vita senza perdere il proprio centro, raggranellando energie e rimettendosi in piedi dopo ogni caduta. (…) Teresa ha trasformato il male subito in compassione. È una donna sofferente ma risolta, sicura dei propri principi. Il prezzo è il dolore – passato e presente – che l’empatia porta con sé”.

Chi già conosce la penna della Tuti non vedrà l’ora di rapportarsi con un nuovo caso, un tassello in più nella storia di Teresa, in un’ambientazione sempre molto attraente di boschi, laghi e natura selvaggia. A chi invece non ha mai letto un thriller dell’autrice consigliamo di cominciare proprio da questo e poi, se vorrà, di approfondire le storie dei protagonisti attraverso gli altri titoli in commercio, tutto pubblicati da Longanesi. Definito dalla giornalista Chiara Albertini “un viaggio metaforico verso gli angoli più nascosti e subdoli dell’animo umano”, il libro della Tuti non teme, come sempre, di sviscerare il male che si cela dentro ognuno di noi e che ci rende potenzialmente tutti assassini. Ma in questo caso si va oltre, perché il romanzo tocca anche i delicati temi della maternità e della fecondità, che sono peraltro piuttosto attuali: in tal senso si situa alla perfezione nel periodo storico che stiamo vivendo e apporta un contributo al dibattito, senza però mai sfociare apertamente nella politica o nell’impegno sociale. La Tuti racconta storie di omicidi, di crimini, di investigazioni; tuttavia, nelle retrovie del suo narrare per intrattenere emergono figure femminili verosimili, con cui è talvolta facile empatizzare, in quanto figlie del nostro millennio. Ha dichiarato a tal proposito l’autrice a un’intervista rilasciata di recente a SoloLibri.net: “La donna mette al mondo l’umanità e proprio per questo, proprio per questa esperienza così vicina alla morte, nei millenni, ha avuto l’onore e l’onere di accompagnare la vita presso l’ultima soglia. Teresa non è mai diventata madre, eppure è madre. Quando scrivo, non ho la pretesa di lanciare messaggi, al limite pongo delle domande che sono quelle che faccio a me stessa, e l’indagine attorno ai simboli primordiali, al femminino sacro, alla storia pagana che ancora permea molte tradizioni e culture è per me un viaggio appassionante”.

Lo consigliamo perché: è un ottimo giallo d’azione e di suspense, che si inserisce alla perfezione nello stato d’animo dei mesi estivi e delle vacanze. In un certo qual modo potremmo anche collocarlo nell’ampio filone femminista che ora va tanto di moda.  

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