Libri & Editori

Inverno 2025: 10 novità letterarie da non perdere e i titoli Audible

Iniziare l’anno leggendo: abbiamo selezionato e recensito dieci uscite di libreria che hanno concluso il 2024 e che meritano di essere conosciute

di Chiara Giacobelli

7) M. L’ora del destino di Antonio Scurati (Bompiani)

Prosegue la serie che lo scrittore Antonio Scurati sta dedicando a Benito Mussolini: un lavoro gigantesco, ambizioso ed estremamente documentato che con questo nuovo libro, M. L’ora del destino, arriva al suo quarto capitolo. Tutti i libri sono editi da Bompiani e ne è previsto un ultimo, all’uscita del quale noi di Affaritaliani.it approfondiremo in un articolo la serie completa. Intanto facciamo un punto della situazione fino ad oggi, per vedere dove si è arrivati.
La saga letteraria di Antonio Scurati che vede come protagonista indiscusso Benito Mussolini è iniziata con M. Il figlio del secolo, opera che ha valso all’autore l’ambito Premio Strega nel 2019. Questo nuovo volume si concentra invece sugli anni cruciali della Seconda Guerra Mondiale, dal 1940 al 1943, periodo in cui il Duce trascina l’Italia nel conflitto globale, conducendo di fatto il Paese verso il disastro.

La serie M di Scurati si prefigge il difficile obiettivo di offrire una narrazione romanzata, ma rigorosamente documentata, dell’ascesa e della caduta del Fascismo in Italia, attraverso una commistione di finzione letteraria e fonti storiche. In M. L’ora del destino l’autore esplora la fase probabilmente più drammatica del regime, evidenziando le scelte politiche e militari che hanno condotto alla rovina del Paese.
Il romanzo si apre con la morte di Italo Balbo nel 1940 e si conclude con l’arresto di Mussolini il 25 luglio 1943, coprendo eventi storici di rilievo quali la campagna di Russia, la battaglia di El Alamein e i bombardamenti alleati sulle città italiane. Scurati dipinge un affresco dettagliato dell’Italia fascista in guerra, mettendo in luce gli errori strategici, gli orrori del conflitto e l’eroismo di uomini e donne segnati da vent’anni di dittatura.

Tra i protagonisti di questo capitolo troviamo il generale Mario Roatta, a capo di un esercito che ormai tutti sappiamo non essere stato all’altezza della situazione – sia a livello di preparazione e addestramento, sia di risorse economiche e logistiche –; il ben noto Galeazzo Ciano, genero di Mussolini, e con lui la moglie Edda, non priva di contraddizioni; Clara Petacci, l’altrettanto famosa amante del Duce; Amerigo Dùmini, il famigerato assassino di Matteotti di cui recentemente ha molto parlato anche lo storico Alessandro Barbero in una puntata dedicata all’uccisione di Matteotti; intellettuali come Mario Rigoni Stern, che ci ha poi consegnato un’ampia letteratura preziosa. Ma ovviamente il grande protagonista è sempre lui, Benito, che qui inizia a comprendere la reale natura di Hitler e la trappola in cui si è cacciato da solo, da una parte continuando a sperare di risollevare le sorti dell’Italia, dall’altra stretto in una morsa che lo porterà a patire sempre più malanni fisici e a compiere errori fatali.

Sebbene l’argomento sia denso e ricco di elementi storici, Scurati sa fare molto bene il suo lavoro di romanziere, pertanto anche questo capitolo della saga si legge facilmente, con la necessaria attenzione ma senza difficoltà di comprensione. La prosa densa e incisiva alterna narrazione e documenti d’epoca, conferendo al testo una dimensione sia letteraria che storica; ne emergono tematiche di rilevanza sociale e culturale senza tempo, come la follia della guerra, il tradimento delle illusioni e la responsabilità morale dei leader politici. Scurati disegna un ritratto impietoso di Mussolini, descritto come un uomo cinico che ha sacrificato il suo popolo per ambizione personale, ma la sua personale idea del Duce non mette mai in dubbio la veridicità dei fatti e consente all’opera di essere nella sua interezza inattaccabile da un punto di vista documentaristico.

In un’intervista a La Repubblica Scurati ha affermato, a proposito di questo periodo: “Nel disastro della Seconda Guerra Mondiale in cui il Duce fa precipitare l’Italia si segue ‘il Capo’. Ma lui tradisce tutti”. E qui chiaramente si sbilancia, senza, d’altra parte, aver mai fatto segreto delle sue opinioni in merito al Fascismo, e più nello specifico a Mussolini. In un’altra conversazione con Fanpage.it Scurati ha infatti dichiarato, sempre a proposto delle scelte compiute dal Duce in quel momento storico: “Quella guerra non è stata una guerra italiana. È stata una guerra fascista, in cui il Fascismo ha trascinato l’Italia”.

Nonostante le critiche che come ben sappiano vengono spesso mosse a Scurati, in quanto autore per alcuni scomodo, il suo nuovo romanzo ha ricevuto un’ottima accoglienza sia da parte del pubblico che della critica, con buone vendite e un certo interesse mediatico: Scurati si conferma come una delle voci più autorevoli della letteratura italiana contemporanea, se ci fosse ancora bisogno di altre prove per saperlo. L’autore è nato a Napoli nel 1969 ed è docente universitario, oltre che scrittore di numerosi saggi e romanzi; i suoi lavori si distinguono per l’approccio rigoroso alla narrazione storica e per la capacità di intrecciare eventi reali con la finzione narrativa, offrendo al lettore una comprensione profonda dei fenomeni politici e sociali del passato e del presente.

Per chi volesse approfondire, molto interessante è l’incontro di Scurati con Daria Bignardi presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, disponibile online su YouTube nel canale di La Repubblica. In tale occasione la Bignardi sottolinea la difficoltà di scrivere una serie monumentale del genere, che necessita di una lunga e certosina ricerca tra archivi, biblioteche, documenti, per riscoprire e raccontare il Fascismo. A tal proposito la collega parla di un fine “civile”, anche grazie alla scelta della formula narrativa rispetto al più ostico saggio: dieci anni, 3000 pagine, giornate scandite da un lavoro accurato e impegnativo, immerso in un mondo di crudeltà e cinismo.
“Il costo in termini di fatica, tensione e sofferenza psichica che questo specifico lavoro mi ha imposto è stato notevole. Voglio lasciare completamente da parte le polemiche, gli attacchi, le aggressioni verbali scaturite da questo lavoro e vorrei restare invece sulla fatica in termini di scrittura. (…) Scrivere è una gran fatica, soprattutto se si cerca di farlo con tutto sé stesso; farlo su Mussolini, raccontare il Fascismo e il suo fondatore dal di dentro – perché questo è il mio tentativo – partendo da un sentimento di ripulsa, essendo io un antifascista, comporta una certa dose di dissociazione psichica, specie se si cerca di accostarsi a questa figura storica rendendogli giustizia da un punto di vista della verità letteraria”. Queste le parole di Antonio Scurati, che ci incuriosiscono e ci invitano ad approcciarci a una grande opera, di cui aspettiamo l’ultimo volume.