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"Tre ciotole", Affari recensisce il libro di Murgia: "Visione graffiante"

di Chiara Giacobelli

Edito da Mondadori, “Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi” è il nuovo libro di Michela Murgia. La recensione di Affaritaliani.it

A mano a mano che si procede nella lettura, si comprende che la donna sta cercando una gravidanza per sottoporsi all’utero in affitto (che qui la Murgia chiama "in affido"). Non lo fa per soldi né per empatia nei confronti di un’altra coppia arcobaleno, ma per il bene che vuole al suo migliore amico, il quale desidera un figlio con la propria compagna e non riesce ad averlo.

Allora eccolo, il caso di cui nessuno parla ma che può senza dubbio esistere: una gravidanza "in affido" portata avanti con amore e consapevolezza per il puro e semplice bene che si vuole a qualcun altro, senza ricatti, senza giri di denaro, senza neppure il dover discutere se sia giusto o meno che quel bambino abbia un genitore solo o due omosessuali. Questa è la storia che manda a monte tutti i pregiudizi e le critiche, mai neppure contemplata per il fatto che viviamo ormai in un mondo in cui un gesto simile non ci sembra possibile. E su questo ci sarebbe tanto da riflettere.

È un bel libro Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi di Michela Murgia e le auguriamo che ne possa scrivere tanti altri così vivaci, profondi, intensi, perché della sua visione graffiante, unica e acuta c’è ancora bisogno. Per chi fosse interessato ad approfondire, di pochi giorni fa è la videointervista rilasciata a Vanity Fair in occasione di un servizio fotografico e giornalistico, dove Michela dice di aver dovuto attendere cinquant’anni per scoprirsi bella.

In fondo, sentirla parlare del valore della moda, in quanto capace di trasmettere dei contenuti liberatori e di innovazione rispetto alla tradizionale visione di mondo in un registro che tutti possono capire, è un po’ come sentirla parlare di sé, che attraverso la scrittura fa proprio questo.