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A Roberto Benigni il Leone d'Oro alla Carriera: "Il mio cuore colmo di gioia"
Il Leone d’oro alla carriera della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è andato a Roberto Benigni su proposta di Alberto Barbera
Roberto Benigni, vita e carriera
Roberto Benigni è nato a Misericordia (Castiglion Fiorentino, Arezzo) il 27 ottobre 1952. Ha iniziato la sua carriera artistica nei primi anni ’70, ed è presto diventato uno dei più amati e popolari attori, registi e sceneggiatori italiani, noto e apprezzato in tutto il mondo. Con 'La vita è bella' (1997), da lui scritto e diretto, ha ottenuto nel 1998 il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, e nel 1999, fra le sette nomination ricevute, ha ottenuto i premi Oscar per il miglior film straniero e il migliore attore (oltre a quello per le migliori musiche assegnato a Nicola Piovani).
Con lo stesso film, sempre nel 1999, ha vinto come miglior attore protagonista anche lo Screen Actor Guild e il Bafta. 'La vita è bella' è il film con il maggior seguito di pubblico del cinema italiano: 9,7 milioni di spettatori. Ed è nella storia del cinema italiano il film che ha totalizzato il più alto numero di spettatori nel mondo.
Oltre ai quattro David di Donatello e ai quattro Nastri d’argento vinti per 'La vita è bella', Benigni ha ottenuto il David per 'Il piccolo diavolo' (1988) e 'Johnny Stecchino' (1991), e il Nastro per 'Daunbailò' (1986), 'Johnny Stecchino' (1991), 'La tigre e la neve' (2005) e recentemente, come miglior attore non protagonista, nel ruolo di Geppetto, per 'Pinocchio' (2019) di Matteo Garrone. Nel 2008 ha ricevuto a Parigi il César d’Honneur.
Nel 2016 è stato premiato con il Globo d’Oro alla carriera e l’anno successivo con il Premio alla carriera dei David di Donatello. Nel 2020 ha conquistato il Prix Lumière alla carriera. Si è affermato anche nel cinema statunitense recitando con autori quali Jim Jarmusch ('Daunbailò', 1986; 'Taxisti di notte', 1992; 'Coffee and Cigarettes', 2003), Blake Edwards ('Il figlio della Pantera rosa', 1993) e Woody Allen ('To Rome with Love', 2012).
Il successo nelle piazze della sua Toscana aveva convinto il ventenne Benigni a trasferirsi a Roma. Ha ottenuto i primi successi nel teatro d’avanguardia e in seguito negli show televisivi (L’altra domenica, 1976, di Renzo Arbore, nella parte di un esilarante critico cinematografico). Ha portato poi sul grande schermo uno dei propri spettacoli, 'Berlinguer ti voglio bene' (1977), diretto da Giuseppe Bertolucci. Si è messo quindi in luce come protagonista di 'Chiedo asilo' (1979) di Marco Ferreri e de 'Il minestrone' (1981) di Sergio Citti, ha partecipato a 'La luna' (1979) di Bernardo Bertolucci e 'Il pap’occhio' (1980) di Renzo Arbore.
E’ stato quindi nuovamente protagonista di 'Daunbailò' (1986) di Jim Jarmusch e de 'La voce della luna' (1990), film-testamento di Federico Fellini, nel ruolo del lunare e poetico Ivo, insieme a Paolo Villaggio. Benigni ha esordito nella regia con 'Tu mi turbi' (1983) e ha diretto insieme a Massimo Troisi il fortunato 'Non ci resta che piangere' (1984), dando inizio a una serie di film premiati da un grande successo di pubblico, come 'Il piccolo diavolo' (1988), insieme a Walter Matthau, primo dei suoi film scritto con Vincenzo Cerami.