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Annalisa Monfreda lascia la direzione di Donna Moderna: lo sfogo online
Annalisa Monfreda

2. La storia privata

Ho letto di sfuggita un post che non ho più ritrovato. Il succo era che la Grande Dimissione è tutta una storia di privilegio e di privilegiati. Sono totalmente d’accordo. Ma è anche una storia di perdita del privilegio. E questa, inutile dirlo, è la parte più interessante.

Un giorno, uscita da un negozio con l’oggetto che avevo intenzione di comprare e il broncio di mia figlia Decenne per il capriccio che mi ero rifiutata di assecondare, ho avuto la malaugurata idea di farne un momento educativo. «Sai che non mi sono mai piaciuti i capricci», le ho detto, «ma adesso ancora meno. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per risparmiare. E tu devi ingaggiare battaglie solo per ciò che desideri davvero».

«Quella che fa i capricci in questa famiglia sei tu», mi ha risposto furente di rabbia. «Sei tu che lasci un lavoro per inseguire le tue fantasie».

Credevo fosse più semplice, lo ammetto. Mio padre aveva provato a farmelo capire, ma io avevo liquidato il suo file excel dicendogli che la mia decisione non era il frutto di un calcolo sbagliato. Non pensavo di ritornare in una situazione economica comparabile a quella del mio precedente lavoro. Stavo scegliendo consapevolmente una nuova esistenza. Ed era vero. Solo che mi ero concentrata su cosa avrebbe significato per me, non per due ragazze sulla soglia dell’adolescenza.

Le abbiamo cresciute viaggiatrici, allenate all’imprevisto. Ho pensato che sarebbe bastato utilizzare una narrativa familiare, quella dell’avventura, della scoperta, per portarle a bordo della mia scelta con positività. E in parte ha funzionato. Le nostre conversazioni sull’argomento sono appassionate esplorazioni dell’orizzonte di opportunità che la mia scelta apre. Ci divertiamo ogni giorno a seguire un itinerario diverso e a immaginare cosa succederebbe. Adoro le loro idee e le interpello spesso nel merito dei miei progetti.

Ho sinceramente creduto che sarebbe filata liscia, ma la dura realtà mi ha colto di sorpresa all’uscita da un negozio: le ho strappate alla sicurezza e le ho trascinate con me nel mondo dell’imprevisto con un biglietto di sola andata. Hanno tutte le ragioni di essere spaventate e arrabbiate.

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