MediaTech

Banfi, Facebook non riconosce l'ironia. L'algoritmo è ancora troppo stupido

Di Giuseppe Vatinno

Il caso del gruppo di Lino Banfi chiuso su Facebook e poi riammesso apre il vaso di Pandora: l'algoritmo che dovrebbe tutelarci è ancora troppo "stupido"

E così si lamenta Banfi: “In pratica, caro direttore, per dirla garbatamente, papéle papéle, cosa ho fatto io a Mister Mark Zuckerberg e ai suoi algoritmi? Ci ho messo più di 60 anni per far parlare il mio linguaggio a tutti, mi chiamano Maestro, mi danno i premi alla carriera e questo mi spegne tutto! Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce? Arrivati a questo punto, se vuole la guerra, mi sfogo! CHEZZO! CHEPO DI CHEZZO! Ti metto i menischi nella scapolomerale! Ti spezzo il capocollo e te lo metto a tracollo! PORCA PUTTÉNA per tre volte e, dulcis in fundo: MI SONO ROTTO LE PELLE. E adesso fatemi pure arrestare”.

Dopo solo due giorni dalla lettera il gruppo è tornato su FB con tanto di scuse dell’improvvido tycoon: “I contenuti non sono contrari agli standard della community in materia di istigazione alla violenza, di incitamento all’odio o in contrasto al divieto di pubblicare scene di nudo”. 

Calogero Vignera, ideatore e conduttore del gruppo è stato ancora più esplicito: “Il politicamente corretto ha rotto un po’ le ‘pelle’. Ma perché una battuta di Lino Banfi deve per forza offendere o discriminare qualcuno? […] Un algoritmo non è in grado di analizzare il contesto né di capire le sfumature e invece ha stabilito che Banfi, maestro della comicità, è un personaggio ‘cattivo’ e pericoloso”.

È dunque chiaro che i guardiani del web utilizzati dai social non funzionano e che l’elemento umano è – ancora - fondamentale. E quindi si costruisce un’inaspettata alleanza tra Banfi e il generale Vannacci, autore de “Il mondo al contrario”. Ricordiamo solamente alcuni aspetti eclatanti di questo impazzimento globale, come il rifacimento di Biancaneve con un’attrice nera (“Neraneve”), i sette nani modificati per non discriminarli e il povero principe azzurro che rischia una denuncia per aver baciato la ragazza mentre dorme e quindi senza il suo consenso.

Ne avevo parlato in un articolo qualche settimana fa. Anche la gente normale, caro Banfi, “Si è rotta le pelle”. Grazie di averlo fatto notare.