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Coca Cola sponsor delle Olimpiadi, partono le accuse di sportwashing

di Redazione

Per alcuni associare la bevanda zuccherina all'attività sportiva è segno di incoerenza

Coca Cola sponsor delle Olimpiadi ma è già bufera 

Coca-Cola sponsor delle Olimpiadi di Parigi ed è bufera. C'è già chi accusa il brand di "sportwashing". A partire dal sito francese Mediapart secondo cui la multinazionale americana, in un’operazione di sportwashing, ha stretto un accordo con l’organizzazione dei Giochi, grazie al quale le uniche bevande analcoliche presenti al Villaggio Olimpico e negli impianti sportivi saranno quelle della sua galassia. L'obiettivo secondo il media francese è associare il brand all’attività fisica. Ma col rischio di far diventare un'operazione di marketing in un atto di incoerenza. 

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L’azienda, ricorda il Fatto Alimentare, ha ottenuto i diritti esclusivi per la distribuzione e la vendita di bevande diverse dalla birra. Solo le bevande del suo gruppo, come Sprite, Fanta e Minute Maid, saranno ammesse sugli spalti. Al Villaggio Olimpico e negli stadi, agli atleti sarà offerta anche una bevanda appositamente commercializzata per gli sportivi, Powerade.

Né Coca-Cola né il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) hanno risposto a Mediapart in merito al costo di una simile vetrina. Si sa però, scrive il Fatto Alimentare, che Coca-Cola prevede di vendere 18 milioni di litri di bevande, metà dei quali saranno distribuiti gratuitamente, soprattutto ai concorrenti degli eventi. Bibite a volontà  non è esattamente la dieta ideale per chi vuole vincere una o più medaglie.