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Cooker Girl, chi è la nuova Chiara Ferragni che conquista i social con le sue ricette

Cooker Girl, ecco chi è la nuova Chiara Ferragni al primo posto tra i food creator italiani

Inserita dalla rivista Forbes tra gli under 30 più influenti sui social e che ogni giorno conquista followers a raffica con le proprie ricette di cucina, Aurora Cavallo è tra le influencer più seguite in Italia. Ma non tutti conoscono la sua storia.

“Il progetto di Cooker Girl mi è esploso in mano”, spiega in un’intervista a Gambero Rosso. “Che poi, in inglese, Cooker Girl non ha nemmeno senso. Gossip Girl era la mia serie preferita e ho scelto così il soprannome senza pensarci troppo. Come la stessa, non volevo rivelare la mia identità. Soprattutto in un paese piccolo della provincia piemontese dove si è più condizionati dal giudizio altrui. Infatti, all’inizio, il mio volto non compariva. Solo il grembiule rosso che tuttora mi identifica. Ad un certo punto però, per errore, ho collegato il mio account di Facebook alle altre piattaforme social. A molti è arrivata la notifica “Aurora Cavallo è su Instagram con il nome di Cooker Girl. Lo sbaglio più fortunato della mia vita”.

Così, nel 2019, su consiglio di un amico, decide di postare un video su TikTok. Il contenuto è diventato virale e in seguito Giallo Zafferano ha voluto avviare una collaborazione. Ma da dove nasce la passione per la cucina di Aurora? Come lei stessa rivela, è stata più una necessità che un desiderio.

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“La narrazione delle nonne che fanno le tagliatelle la domenica non è stata il mio caso: le mie non amano cucinare. Io invece sono una grande mangiona, ma ho dovuto fare i conti con il fatto che i miei genitori tornavano tardi a casa dal lavoro e non riuscivano a preparare granché. Quindi, a 14 anni, ho incominciato a cucinare. Soprattutto perché volevo mangiare qualcosa di più gustoso di un minestrone riscaldato al microonde”, spiega a Gambero Rosso.

E su chi la critica, Cooker Girl ha le idee chiare. “Le critiche possono venire sempre, anche dalle ricette più semplici”, dice. “Alla fine ciò che mi sembra conti di più è quello che si riesce a trasmettere: la passione, le sensazioni che suscita una preparazione”.

Ma da dove nascono le idee da mettere sui social? “Da ciò che desidero cucinare. Anche se le tengo fortemente in considerazione, non mi baso solo su tendenze o potenzialità virali di un contenuto. Sono scelte editoriali. Dall’esterno sembra che faccia solo video. Non è così (dietro c'è un piano editoriale)”.

“Per fortuna o sfortuna”, continua, “la reputazione si basa sui numeri. Per il brand, il tuo valore dipende dal percepito e dalla fanbase. È stressante che il lavoro venga valutato in virtù di variabili (aleatorie) su cui tu non puoi incidere. Per cause sconosciute, un video può andare male sebbene tu ci abbia messo 3 giorni per costruirlo, mentre un altro, con poche ore di produzione, benissimo, diventando addirittura virale. Il bello e il brutto dei social. Perciò, non bisogna mai scoraggiarsi. La costanza è l’unica variabile che alla fine premia veramente”.

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Poi, spazio alla pubblicità occulta, tra i temi più caldi in ambito influencer dell’ultimo periodo a seguito degli scandali generati dai pandoro Ferragni. “Non ho molto da dire. Nel senso che per me non è un tema. Se il contenuto è sponsorizzato, va indicato: siamo obbligati per legge ad inserire (la dicitura) “adv” (advertising). Quindi, se non si fa, si commette un illecito. Esattamente come il commerciante che non emette lo scontrino”.

“Le mie sponsorizzazioni”, spiega Cooker Girl a Gambero Rosso, “si basano su una conoscenza personale del brand. Non sono fatte superficialmente. Per dire, non collaboro per scelta etica con aziende di carne. Non sono né vegana né vegetariana. Ma un conto è sponsorizzare la carne, un conto è mangiarla nella propria quotidianità. Ci sono dati che dimostrano come non faccia bene alla salute e che la sua produzione arreca danni all’ambiente”.

Cooker Girl, inoltre, tiene molto in considerazione il “potere” social derivato dal suo seguito. “Rifletto molto prima di fare qualsiasi cosa. Talvolta mi chiedo se sia opportuno esprimere la mia posizione. La verità è che ho paura di sbagliare. Sono consapevole di avere davanti tante personalità differenti, magari suscettibili rispetto ad alcuni temi, che potrebbero interpretare i miei contenuti in un modo diverso da quello da me inteso. Nonostante ciò, non è detto che non provi a sensibilizzare il pubblico su alcune questioni”.

Spazio anche al suo nuovo libro. “Storie di cucina" racchiude conclusioni, esperienze e gusti esplorati. Dalle avventure professionali ai fornelli di casa. Volevo costruire un ponte fra due mondi, quello di Aurora cuoca, passata per le cucine di Copenaghen e New York, e quello di Cooker Girl, che si rivolge a un pubblico di semplici appassionati, ma anche a chi muove i primi passi in cucina”.

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Ok, ora è chiaro chi sia CookerGirl, ma chi è Aurora? “La stessa persona empatica. Ma caratterialmente sono totalmente opposta: introversa e pessimista. Il personaggio di Cooker Girl mi ha permesso di superare le insicurezze, di sentirmi brava in qualcosa; al posto giusto. E, anche quando le mie giornate non sono riempite da produzioni video, investo comunque il tempo in cose che riguardino il cibo: cucino per qualcuno o guardo una puntata di Joshua Weissman. La mia è un’ossessione a 360 gradi”, rivela infine la giovane influencer a Gambero Rosso.

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