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Gedi vende Repubblica e La Stampa? Tutte le testate in sciopero venerdì 17/02

di Redazione Mediatech

Le tensioni all'interno del gruppo Gedi, dopo le voci di vendita delle testate del NordEst (e non solo), inducono i giornalisti a una mobilitazione generale

La replica del gruppo Gedi: "Inutile allarmismo"

Quello lanciato negli scorsi giorni dai giornalisti del gruppo Gedi riguardo alle trattative in corso è stato un vero e proprio allarme: "Siamo tutti in vendita",  hanno ribadito i professionisti dell'informazione. Da parte sua l'editore ha prontamente replicato: "Ci dissociamo dall' interpretazione capziosa che il coordinamento dei Cdr del Gruppo ha voluto dare alle risposte date in occasione dell'incontro. Affermazioni come quelle contenute nel comunicato pubblicato sono inutilmente allarmiste, contrarie alla verità e ingenerose rispetto ai numerosi progetti innovativi realizzati negli ultimi anni, in tutte le aree del Gruppo, che hanno sempre al centro la qualità del lavoro giornalistico e la professionalità di chi scrive per le nostre testate".

Nella nota del Coordinamento dei Comitati di redazione si legge: "A distanza di soli due mesi da quando l'amministratore delegato del Gruppo Gedi, Maurizio Scanavino, aveva sottolineato come l'assetto dei giornali del gruppo, dai locali ai nazionali, rappresentasse il 'perimetro di riferimento dell'azienda', è stato comunicato che si valutano proposte di vendita di singole testate o gruppi di esse".

"L'amministratore delegato, negando vi siano trattative formali in corso, ha ammesso che l'azienda è pronta però 'a valutare offerte in base a quanto e chi. E il principio può essere esteso anche a La Stampa, la Repubblica, Il Secolo XIX, la Provincia Pavese, la Sentinella del Canavese, le radio, sulla cui possibile vendita l’amministratore delegato non si è espresso: 'Mi rifiuto di parlare di perimetro'".

"Il perimetro non esiste più, di fatto, sottolinea ancora il Coordinamento dei Comitati di Redazione del Gruppo Gedi, questo repentino cambio di stqategia da dicembre a febbraio è stato imputato ai dati di chiusura di bilancio. L’azienda ha affermato di voler proseguire nel percorso di potenziamento dell’informazione digitale e dei contenuti di intrattenimento, avviato negli ultimi anni con tutte le testate: ma è lecito domandarsi, fino a quando? La logica del vantaggio economico si è rapidamente sostituita a quella dell’interesse per i territori, il presidio informativo di questi, il valore sociale dell’informazione per la quale tutti i giornalisti lavorano quotidianamente anche affrontando da tempo sfide e incognite di una non facile transizione digitale".