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Governo M5s-Pd: Trionfo di Conte, il "vaso di coccio" che ha surclassato tutti

Marco Zonetti

In poco più di un anno, l'avvocato sconosciuto è diventato ago della bilancia della politica italiana apprezzato anche da Trump. Un'ascesa unica

Per mesi e mesi, durante il governo giallo-verde, Giuseppe Conte era stato spesso additato (e denigrato) quale "vaso di coccio" tra i due "vasi di ferro" Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Nel frattempo, mentre i vicepremier si contendevano la scena mediatica, Conte è apparso più volte come un deux ex machina a mediare tra i due, guadagnandosi il rispetto dell'Europa e dei leader stranieri, e aumentando il suo consenso personale fra gli italiani.

Il "premier buono", schivo, riservato, discreto, che non si è mai messo in mostra laddove era necessario trarsi nell'ombra (per citare Dostoevskij di cui egli un grande estimatore), ha finito per dimostrarsi ben più  tenace, resiliente e resistente dei "vasi di ferro" di cui sopra, surclassandoli entrambi in ultima analisi,  mettendo in un angolo Salvini e al tempo stesso ridimensionando le ambizioni di Di Maio. 

Come forse solo ai tempi di De Gasperi, Conte è riuscito in poco più di un anno a presidiare un governo con una forte spinta destrorsa per poi, solo poche settimane dalla caduta di quest'ultimo, farsi figura garante e fondamentale di un governo che invece guarda molto a Sinistra. Un capolavoro politico-istituzionale unico. 

Il governo giallo-rosso non è ancora partito e necessita ancora di alcuni passaggi istituzionali, ma comunque andrà è sicuro che - da questa bizzarra crisi estiva - Giuseppe Conte uscirà vincitore e a testa alta, forte anche del tweet di endorsement dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che lo ha chiamato "Giuseppi", ovvero con la dizione americana. Segno che l'inquilino della Casa Bianca non si è limitato a riportare pedissequamente il nome di Conte, copiandolo da documenti ufficiali o anche solo da Internet, bensì lo ha scritto come si pronuncia in Usa, a riprova della familiarità che lo lega a lui. Quel "Giuseppi" in luogo di Giuseppe anziché essere una presa in giro di Trump ai suoi danni, come qualcuno ha malignamente ipotizzato, è la prova evidente di un rapporto di confidenza tra i due. Niente male per un avvocato pugliese figlio di persone semplici oggi divenuto ago della bilancia del Paese, che fino al maggio 2018 era perlopiù uno sconosciuto e che da molti era stato sottovalutato. Sbagliando, a "conti" fatti, su tutta la linea.