MediaTech
I wanna be your (watch) dog: il programma degli workshop
VENERDì 4 SETTEMBRE
H.10.00
Quando l’inchiesta è un fumetto.
Imparare a raccontare con il graphic journalism
docenti: Marco Rizzo (giornalista e sceneggiatore) e Guido Ostanel (BeccoGiallo)
Will Eisner, Art Speigelman, Joe Sacco, Marjane Satrapi, Guy Delisle, Igort e, di recente, il fenomeno Zerocalcare. Da qualche anno, il graphic journalism offre nuove possibilità alla storica collaborazione tra fumetti e mondo dell’informazione. Non più solo vignette di satira e commento, ma estesi reportage e inchieste che spesso restituiscono quella profondità e quel lirismo che spesso sfuggono alla cronaca. Un workshop per muovere i primi passi in un genere che in Italia ha una delle sue più fertili espressioni.
Marco Rizzo, giornalista, è lo sceneggiatore di fumetti italiano più prolifico e premiato nel campo del graphic journalism. Dopo essere stato pubblicato in diverse riviste antologiche, esordisce per le Edizioni BeccoGiallo con Ilaria Alpi, il prezzo della verità. Seguono Peppino Impastato, un giullare contro la mafia e Mauro Rostagno, prove tecniche per un mondo migliore. Attualmente collabora come editor e traduttore per Panini Comics.
Guido Ostanel è fondatore di BeccoGiallo, che dal 2005 dirige con Federico Zaghis. Lo scopo della casa editrice è progettare e pubblicare libri a fumetti d’impegno civile.
H 10.30
Vuota il sacco!
Tecniche dell’intervista: agguati, conversazioni, verità estatiche
docente: Alberto Nerazzini (freelance)
Tattica, appassionata, diretta, aggressiva. L’intervista è uno degli strumenti per eccellenza del giornalismo, l’arma più affilata per snidare verità nascoste e raggiungere il cuore di una storia. Alberto Nerazzini, autore di acclamate inchieste per alcune delle più seguite trasmissioni italiane, svela le tecniche più indicate per condurre un faccia a faccia efficace senza lasciarsi sopraffare da frasi fatte, reticenze o tentativi di distrazione dell’intervistato.
Alberto Nerazzini, giornalista e documentarista, ha scritto per diversi giornali e riviste, e lavorato a lungo in RAI come autore di programmi televisivi e radiofonici. Dopo essere stato corrispondente per Sciuscià, Raggio Verde e Anno Zero, è entrato nella squadra di Report. Ora è giornalista freelance.
H 10.30
Big data, il lato sexy dei numeri
Leaks, database e fonti digitali per il giornalismo investigativo
docente: Juliet Ferguson (Centre for Investigative Journalism London)
Chi dice che il vero giornalista deve per forza consumarsi le scarpe sul marciapiede? Il caso WikiLeaks e lo scandalo Datagate hanno fatto conoscere al mondo un’inedita fonte informativa: i database digitali. Più di recente, Nate Silver, capace di prevedere con sorprendete precisione l’esito delle elezioni presidenziali americane, ha creato FiveThirtyEight, il primo sito di news basato sull’analisi di “big data”. Quali sono i nuovi scenari che si aprono per i reporter? Che tipo di informazioni mette a disposizione la rete per costruire una grande inchiesta?
Juliet Ferguson è una delle colonne del Centre for Investigative Journalism (CIJ) di Londra, dove tiene corsi di Data journalism. Ha lavorato a BBC World Service, BBC News online e, più di recente, BBC Panorama. Ha scritto per The Telegraph e The Guardian. Insegna giornalismo alla City University di Londra.
H 14.30
Investigative reporting online, la gamification dell’attualità
Il caso Pirate Fishing
docenti: Juliana Ruhfus (Al Jazeera, People & Power) e Ivan Giordano (Altera Studio)
Tra il 2012 e il 2014, il programma People & Power di Al Jazeera documenta un esteso traffico di pesca illegale nelle acque della poverissima Sierra Leone. L’inchiesta viene poi consolidata in un web documentario interattivo, che ricostruisce il caso, esplora le piste investigative seguite dal network e permette di vestire i panni del reporter incaricato di seguire lo scandalo. Pirate fishing è un occasione unica per fare il punto sui nuovi linguaggi dello storytelling digitale e delle piattoforme crossmediali, che sempre più spesso riuniscono in un unico team di giornalisti, grafici e sviluppatori.
Juliana Ruhfus ha lavorato per Channel 4, The Guardian, The Times e Die Welt. Dal 2006 è Senior presenter del programma People and Power di Al Jazeera English. I suoi rapporti investigativi sono tra i prodotti di maggior successo dell’emittente.
Ivan Giordano, regista, è Founding partner di Altera Studio. Per Al Jazeera ha curato la direzione creativa di Pirate Fishing. Esperto di comunicazione transmediale, nel 2013 ha organizzato il primo festival internazionale di Digital interactive storytelling.
H 14.30
Hai preso le precauzioni? Ovvero gli inconvenienti del mestiere
Come evitare di finire in tribunale: la tutela legale del giornalista freelance
docente: Valerio Vartolo (avvocato)
Le cause per diffamazione intentate ai giornalisti che raccontano scandali e abusi di potere sono spesso strumentali o minatorie. Per i freelance senza tutele contrattuali e le testate che non possono permettersi adeguata copertura finanziaria gli effetti possono essere devastanti. In questi casi la semplice minaccia di un’azione legale può diventare uno strumento di censura. Tutti i trucchi del mestiere per evitare di cadere nella trappola della denuncia.
Valerio Vartolo è un avvocato specializzato nella difesa di giornalisti freelance e piccoli editori.
H 15.00
Il web è una miniera d’oro
Imprese, dati e identità online: tecniche avanzate di ricerca
docente: Guido Romeo (Wired)
Tutti sanno come funziona un motore di ricerca, ma pochi sanno farne un uso avanzato. La capacità di individuare e interrogare con le giuste domande database e banche dati disponibili in rete, spesso gratuitamente, è il primo passo per costruire un’inchiesta ben documentata. Un manuale operativo per investigare società di comodo, prestanomi e siti civetta.
Guido Romeo è Data & Business editor di Wired Italia. Fino al 2013 ha coordinato il progetto iData di Fondazione Ahref, per la quale ha sviluppato la Data Journalism School in collaborazione con Istat. È tra i fondatori dell’associazione Diritto di Sapere. Ha lavorato per Focus, Vogue e Il Sole24Ore e Nòva 24, l’inserto di scienza e tecnologia del Sole 24 Ore.
H 15.00
Le parole giuste per raccontarlo
The golden pitch, ovvero l’arte di di farsi finanziare un progetto
docente: Stefano Tealdi (Documentary in Europe)
Per realizzare e diffondere una grande inchiesta video non basta avere una buona idea, fonti attendibili, collaboratori competenti, abilità a muoversi sul campo e possibilmente del girato di alta qualità. Bisogna saper raccontare un progetto, in poco più di un quarto d’ora, a una commissione di esperti. E prima ancora bisogna contattare gli interlocutori giusti, presentando il materiale necessario. Un vademecum prezioso per tutti gli autori in cerca di finanziamento.
Stefano Tealdi è tra i promotori di Documentary in Europe, associazione professionale che dal 1997 si dedica al “networking” e alla presentazione pubblica di progetti. Negli anni il pitch di Bardonecchia ha ospitato le più importanti televisioni pubbliche europee ed è diventato punto d’incontro tra documentaristi italiani ed europei.
SABATO 5 SETTEMBRE
H 10.00
Se nessuno ti pubblica, diventa editore
Come costruire e diffondere un’inchiesta attraverso ebook
docente: Antonio Talia (InformAnt)
Chi realizza un’inchiesta ha spesso difficoltà a diffonderla. Trasformare un lavoro televisivo in un libro può essere l’idea vincente, ma raggiungere l’editore giusto non è semplice. L’ebook è una buona alternativa: i nuovi canali dell’editoria digitale consentono a self-publisher e piccoli editori di pubblicare testi di valore a costi irrisori salvaguardando la componente crossmediale.
Antonio Talia è editor per la casa editrice digitale InformAnt. Collabora con Linkiesta, South China Morning Post, Il Foglio e altre testate. Dal 2006 alm2013 si è occupato di Asia come corrispondente di AGI a Pechino.
H 10.00
Diventare war photographer
Il reportage in prima linea
docente: Livio Senigalliesi (fotoreporter)
«Questa guerra è come un’attrice che sta invecchiando. È sempre meno fotogenica e sempre più pericolosa», scriveva Robert Capa. A 160 anni dalla nascita del fotogiornalismo, il lavoro del fotoreporter si è fatto sempre più difficile. Eppure, il reportage in prima linea continua ad attirare moltissimi freelance che, come Andy Rocchelli, scelgono di raccontare l’orrore della guerra in prima linea. Livio Senigalliesi, testimone dei conflitti in Afghanistan, Cecenia, Congo, Medio Oriente e Balcani, apre la sua bottega artigiana per spiegare come si sceglie un soggetto da prima pagina.
Livio Senigalliesi è uno dei più noti fotoreporter italiani. Inizia la carriera nei primi anni Ottanta, dedicandosi ai grandi temi sociali. Dopo una lunga militanza nel collettivo del quotidiano il Manifesto, amplia il raggio delle collaborazioni e si concentra sull’attualità internazionale, pubblicando reportage in tutto il mondo.
H 10.30
Questione di standard: produrre e vendere un’inchiesta alla BBC
Materiali, linee narrative, drammaturgia, personaggi di una grande storia
docente: Elena Cosentino (BBC)
Da sempre BBC è sinonimo di giornalismo di qualità, anche per lo spazio che dedica a inchieste e reportage da ogni angolo del pianeta. Proporre il proprio lavoro a BBC è possibile, ma occorre rispettare standard precisi, organizzare il materiale in una narrazione ben strutturata, avere accesso a personaggi accattivanti. In altre parole, puntare all’eccellenza. Se avete una grande storia e volete far bella figura a Londra ma vi manca quel tocco che fa la differenza, ecco workshop fa per voi.
Elena Cosentino dal 2004 lavora quasi esclusivamente per BBC a Londra, come Freelance producer e Director. Ha realizzato reportage investigativi per le serie più importanti del dipartimento di BBC Current Affairs. Per This World ha curato numerose inchieste, occupandosi in particolare della guerra fra i cartelli della droga messicani. Il suo ultimo lavoro (Secrets of Mexico’s Drug War) è dedicato al ruolo segreto del governo americano in quella guerra.
H 14.30
Politica e talk show: tutti gli ingredienti di un copione
docente: Riccardo Zambon (RAI, Agorà)
Dalla mattina al prime time, il talk show è una presenza costante nei palinsesti televisivi. Ma realizzare un prodotto interessante in un panorama dove la concorrenza è sempre più agguerrita non è un’impresa scontata. Le frasi fatte del politichese e le ciarle da salotto sono solo alcuni dei nemici di un format che nasce un obiettivo nobile: informare, approfondire e intrattenere. La ricetta giusta per costruire una puntata “acchiappa audience”.
Riccardo Zambon ha lavorato per La7, RAIUNO e RAITRE, dove si è occupato di attualità e comunicazione politica. Oggi è autore di Agorà, trasmissione di RAITRE condotta da Gerardo Greco. Per la stessa rete ha curato la prima serata affidata a Gianni Riotta.
H 15.00
Parla ora o taci per sempre: come ti incastro il testimone
Doorstepping, la sottile arte del diritto di replica. Confronti, scontri, rivelazioni
docente: Paul Kenyon (BBC, Panorama)
Il doorstepping è la tecnica usata quando si registrano, di persona o al telefono, conversazioni con interlocutori che non si aspettano di essere intervistati. Anche se il consenso alla registrazione è sempre necessario, secondo le linee guida della BBC il doorstepping comporta spesso una violazione della privacy e dovrebbe essere l’ultima risorsa dell’intervistatore. Questa risorsa è però fondamentale con interlocutori particolarmente sfuggenti. Tutti i trucchi di un grande professionista della BBC che ha fatto dell’aggressività il suo marchio di fabbrica.
Paul Kenyon ha condotto inchieste in tutto il mondo per BBC, ottenendo innumerevoli premi e riconoscimenti. Nel 2011 è stato il primo giornalista televisivo a realizzare reportage da entrambi i fronti del conflitto libico, fornendo elementi che hanno permesso di accusare uno dei figli del colonnello Gheddafi di crimini di guerra.
H 15.00
I spy with my private eye
Usi e abusi della telecamera nascosta
docente: Paolo Mondani (Report)
Reporter d’assalto come Günter Wallraff, Tim Lopes o Antonio Salas hanno mostrato tutta l’efficacia della telecamera nascosta in un’inchiesta sotto copertura. Anche trasmissioni popolari come Report o Le Iene hanno fatto ricorso massiccio di questo strumento, spesso criticato per una certa tendenza al sensazionalismo. Dove cade il confine tra diritto di cronaca e tutela della privacy? Come usare al meglio una tecnica d’indagine recentemente sdoganata dalla Corte europea dei diritti.
Paolo Mondani, giornalista professionista, ha lavorato per quotidiani italiani e network italiani ed esteri. Per la Rai, nel 1997, ha collaborato agli Speciali di Raidue. Inoltre, tra il 1999 e il 2002, ha lavorato come inviato per Circus, Raggio Verde, Sciuscià, Emergenza Guerra e Sciuscià edizione straordinaria. Nel 2003 è inviato e coautore di Report, su Rai Tre.
Nel 2006 collabora, come inviato, ad AnnoZero su Rai Due. Dal 2007 è nel nuovo team di Report.
DOMENICA 6 SETTEMBRE
H 10.00
Il lato oscuro del business
Indagare le imprese attraverso le frontiere
docente: Margo Smit (International Consortium of Investigative Journalists)
I crimini finanziari non conoscono frontiere, perché raramente gli Stati nazionali hanno strumenti per individuarli e reprimerli. In un quadro normativo privo di regole chiare, le inchieste giornalistiche sono un prezioso strumento di denuncia. Bilanci creativi, prestanome e società offshore sono uno dei temi più difficili da indagare, ma esistono precise regole e tecniche per avvicinarsi alla verità.
Margo Smit è membro dell’International Consortium of Investigative Journalists e direttore dell’Associazione olandese-fiamminga di giornalisti investigativi. Insegna Giornalismo investigativo televisivo all’Università di Groningen. Ha lavorato per RTL 4 e KRO Reporter, realizzando importanti inchieste sui reati finanziari delle multinazionali e sull’industria del tabacco. E’ autrice di un rapporto sullo stato del giornalismo investigativo presentato nel 2012 al Parlamento europeo.
H 10.00
Metodologie per investigare i terrorismi di Stato
Case study: la Falange Armata. Quando lo Stato attacca lo Stato.
docente: Maurizio Torrealta (giornalista, direttore scuola Lelio Basso)
Dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Novanta, l’Italia è stata sconvolta da azioni terroristiche in cui spesso è difficile distinguere la mano di bande armate, associazioni criminali o insospettabili servitori dello Stato. In un ambito come questo, la talpa e il doppiogiochista sono figure inquietanti ma centrali, fonti preziose per il giornalista investigativo. Basta avere le domande giuste per interrogarli.
Maurizio Torrealta è autore di inchieste sugli omicidi Falcone e Borsellino, sulle stragi mafiose del 1993 e sull’assassinio di Ilaria Alpi. Ha lavorato negli Stati Uniti dal 1979 al 1987. Tornato in Italia, ha collaborato per sei anni con Samarcanda, per poi approdare al Tg3 e divenire caporedattore responsabile delle inchieste a RaiNews24. Attualmente dirige la Scuola di giornalismo Lelio Basso.
H 10.30
Dal servizio tg al prodotto culturale
Le regole della scrittura
docente: Riccardo Chiattelli (laeffe)
Informare, educare, intrattenere. Le regole base della vecchia tv sono cambiate, e insieme la cultura e le abitudini dei telespettatori. Oggi anche e news sono costruite attorno a un racconto, seguono una drammaturgia, mentre l’approfondimento vira verso lo storytelling, cerca personaggi forti ed esemplari. E’ solo una questione di scrittura? Come costruire un prodotto che arrivi al cuore del pubblico.
Riccardo Chiattelli ha lavorato per Cult Network, Fox Channels Italia e SKY Italia, contribuendo al lancio di Cielo e scrivendo prodotti originali. Attualmente è Responsabile dei contenuti e della comunicazione di laeffe, canale televisivo del gruppo Feltrinelli.
H 10.30
Interactive narratives.
Webdoc che piacciono alla tv
docente: Alexandre Brachet (Upian)
Dopo un periodo relativamente breve di sperimentazione, il web documentario è diventato una delle forme espressive più apprezzate e seguite del giornalismo d’inchiesta. Multipiattaforma e multidevice, interattivo e sempre più immersivo, questo genere di nicchia si è gradualmente diffuso, intercettando i finanziamenti dei grandi broadcaster francesi, canadesi e statunitensi. Come tutti i linguaggi ibridi, anche il webdoc cerca nuove strade per reinventarsi. Ecco come stanno cambiando le regole del gioco.
Alexandre Brachet è fondatore della web agency Upian. E’ uno dei più importanti e rispettati produttori di web doc al mondo. I suoi progetti (La Cité des Mortes, Thanatorama, Prison Valley,Gaza-Sderot, l’Havana-Miami, Alma: a tale of violence), spesso realizzati in coproduzione con Arté, hanno settato gli standard del genere, ridefinendo il confine tra cinema documentario e digital storyelling.
H. 11.00 | Piazzale Ceccarini
Le parole giuste per dirlo
Minoranze e diversità in Europa alla prova del racconto giornalistico
docenti: Pietro Suber (Mediaset), Anna Meli (Carta di Roma), Frans Jennekens (NTR e Intercultural Diversity Group EBU) Mussi Bollini (presidente Pari Opportunità Rai), Tana de Zulueta
La Carta di Roma ha da poco compiuto otto anni, ma mai come in questi mesi di emergenza alle frontiere si è sentito il bisogno di un testo di riferimento per orientare il racconto sui migranti. Scegliere termini appropriati, raccogliere informazioni precise, tutelare le minoranze sono tre delle regole fondamentali della Carta di Roma.
H 14.30
Quel tocco punk che fa la differenza
Pensare e produrre un’inchiesta per Vice News
docente: Ben Bryant (Vice News UK)
Nel 1994 Vice era una modesta rivista punk del Quebec. Oggi è un gruppo editoriale presente in 36 Paesi, con una divisione news che diffonde in tutto il mondo documentari di successo su argomenti spesso trascurati dalle testate giornalistiche mainstream. Nato nel 2013, Vice News ha subito conquistato l’attenzione generale, grazie ai suoi servizi sugli scontri in Ucraina e in Venezuela, mentre il canale online fa sfracelli su YouTube. Le ragioni di questo successo? Essere rimasti fedeli allo spirito punk delle origini e saper parlare la lingua della strada. Fatevi avanti, Vice cerca la vostra inchiesta.
Ben Bryant ha fatto parte del team investigativo di The Telegraph. Nel 2012 ha vinto l’Hugh Cudlipp award per il giornalismo. Attualmente è uno dei reporter di punta di Vice News UK.
H 14.30
Twitter per i giornalisti
Come diventare “pro” in dieci mosse
docente: Livia Iacolare (Twitter Italia)
Per un giornalista, Twitter non è solo una vetrina per ampliare il proprio bacino di lettori. È anche un affilato strumento di indagine che permette di raggiungere fonti lontane e compiere senza costi ricerche avanzate, usando filtri e applicativi professionali come TweetDeck. Se volete fare un salto nel mondo dei professionisti, questo workshop è il posto giusto da cui partire per trovare, verificare e diffondere informazioni.
Livia Iacolare è Manager of Media Partnerships di Twitter Italia. Nel suo lavoro quotidiano si relaziona con produttori tv, network, sportive, giornalisti, Ong, governi, artisti e musicisti. In passato ha lavorato nell'area digital di Current TV, e si è occupata delle strategie crossmediali per Servizio Pubblico, il talk show televisivo di Michele Santoro.
H. 15.00
Blog, la forza del punto di vista
Come diventare un media e fare concorrenza ai quotidiani
docente: Gianluca Neri (Macchianera)
In principio fu l’Huffington Post. Oggi i blog di successo sono migliaia, ma pochi sono capaci di strappare lettori ai quotidiani tradizionali. In Italia hanno lasciato il segno gli scoop di Macchianera, che nel 2005 ha svelato gli omissis nel rapporto USA sull’omicidio di Nicola Calipari. A distanza di anno la formula non cambia: informazione, commenti, musica e cazzeggio, senza mai rinunciare a un taglio iper personale.
Gianluca Neri è stato redattore di Cuore. E’ tra i fondatori del portale Clarence, tra gli autori di Camera Cafè (Italia Uno) e collaboratore della rubrica satirica del Riformista. Ha lavorato come speaker a Radio2. Collabora con diversi mensili e gestisce Macchianera.net, blog multiautore di grande successo. È ideatore e organizzatore della Festa della Rete.
H. 15.00
L’inchiesta televisiva
Tecniche di storytelling
docente: Lella Mazzoli (sociologa) e Stefania Antonioni (LaRica – Università Urbino)
Saper raccontare una storia, informare senza annoiare, coinvolgere emotivamente lo spettatore, aiutarlo a comprendere i fatti e il contesto, conoscere la grammatica cinematografica e dell’audiovisivo. Sono tutte qualità indispensabili quando si parla di inchiesta televisiva. Per definire l’insieme di queste qualità spesso si parla di “storytelling”. Un termine che racchiude competenze antiche e moderne, e avvicina il mestiere del reporter a quello dei grandi narratori.
Lella Mazzoli è docente di Sociologia della Comunicazione e Comunicazione d'Impresa all’Università di Urbino “Carlo Bo”. E’ direttore dell’Osservatorio News-Italia.