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Ascolti tv, il Covid salva i Tg: +52%. Si torna ai livelli di 10 anni fa
L'audience è salita vertiginosamente in corrispondenza della prima e della seconda ondata. Dati dell'osservatorio Eurispes
Tg Rai, Mediaset e La7: col lockdown +52% di audience
Nei mesi di marzo ed aprile 2020, gli ascolti dell’informazione di prime time delle sette reti generaliste (Tg Rai, Mediaset e La7) sono cresciuti del 48 e del 52% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una tendenza che si è riproposta in buona misura anche tra ottobre e dicembre, con incrementi in termini di pubblico tra il 18 ed il 32%. L’analisi dell’Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza non lascia dubbi: la pandemia da Covid 19 ha arrestato l’emorragia di ascolti che negli ultimi anni ha sensibilmente ridotto il bacino di utenti del prime time. Ancora a gennaio, quando arrivavano le prime, allarmanti notizie da Wuhan, gli ascoltatori erano 400 mila in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Mentre l’audience, vertiginosamente salita in corrispondenza della prima e della seconda ondata, è rimasta poi superiore – pur in misura assai minore - anche nei mesi estivi.
Gli ascolti tv dei media di informazione tornano ai livelli di 10 anni fa
L’anomalia dei dati, fanno notare i ricercatori, è evidente. In numeri assoluti, l’utenza media dei Tg del prime time è cresciuta nei mesi primaverili di oltre 7,5 milioni di spettatori, raggiungendo un pubblico di più di 23 milioni. Significativa la crescita anche nei mesi autunnali, con novembre e dicembre che superano l’audience di maggio in termini sia di pubblico sia di audience rispetto al 2019. Per ritrovare analoghi livelli, bisogna tornare indietro di 10 anni, “in una fase in cui la televisione generalista era ancora la regina incontrastata dell’informazione nazionale”. Ma anche nel confronto con il periodo analogo del 2011, il pubblico del lockdown supera, nei mesi di marzo ed aprile, l’audience media di 1,4 e 3,1 milioni.
Ascolti tv, i maggiori picchi di audience Tg
Per quello che riguarda i record assoluti, il picco di pubblico per l’informazione televisiva si è registrato domenica 22 marzo – giorno della firma del dpcm che imponeva il blocco alle attività produttive non essenziali – con una platea di oltre 27 milioni di spettatori: una crescita di 8,5 milioni rispetto alla serata dell’informazione più seguita del 2019, quella di venerdì 18 gennaio, data del varo delle principali misure economiche del governo “Conte 1” (quota 100 e reddito di cittadinanza).
Nei mesi di marzo e aprile la programmazione Rai ha riscontrato un aumento medio di audience del 34,6%; di contro, le edizioni serali di Tg1, Tg2 e Tg3 sono cresciute, mediamente, del 50,3%. Ancora maggiore il risultato per l’informazione di prime time Mediaset, che guadagna un 52% di audience rispetto all’aumento del 34,7% delle tre reti. Particolare attenzione merita la crescita di ascolti dell’intera rete La7, pari ad un +46,2% rispetto all’anno precedente.
Il Tg3 si dimostra, in proporzione, la testata che ha guadagnato di più, registrando un marcato aumento anche nel secondo semestre 2020, fase in cui le altre testate registrano incrementi più limitati.
Secondo l’Osservatorio Tg Eurispes - CoRiS Sapienza, nel primo semestre 2020 le notizie sul Covid-19 sono state il principale argomento dei Tg di prima serata, raccogliendo quasi il 64% delle aperture (662 su 1.042) ed il 39,7% dei titoli (2.743 su 6.900). Nella seconda parte dell’anno i livelli d’attenzione sono tornati ad alzarsi: tra settembre e dicembre, le notizie sul Covid hanno ottenuto oltre il 54% delle aperture (449 sulle 838), e quasi il 38% dei titoli complessivi.
Ascolti tv, negli ultimi mesi meno numeri sulla pandemia più DPCM
Negli ultimi mesi dell’anno, la copertura informativa ha segnato un’importante differenza rispetto alla ‘fase 1’: le aperture hanno riguardato sempre meno i numeri dell’epidemia – salvo novembre, contrassegnato da un picco dei contagi – e si sono concentrate sulle misure prodotte dai numerosi dpcm emanati dal governo per frenare gli effetti della seconda ondata.
Cambia anche lo spazio riservato ai presidenti di Regione: se nel corso della prima fase Fontana, Zaia o De Luca avevano ottenuto visibilità analoga (se non superiore) a quella dei principali leader di partito, le tensioni politiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi dell'anno hanno eclissato queste presenze a vantaggio dello scontro Conte-Renzi e delle rivendicazioni del centro-destra unito (molto presente nei Tg Mediaset).
Nel complesso, il contrasto tra le forze politiche occupa spazi comunque limitati nei titoli, con una media che nei periodi monitorati oscilla tra il 15 ed il 13%.
L’emergenza sanitaria ha, sostanzialmente, oscurato molte importanti tematiche. E’ il caso, tra gli altri, del fenomeno migratorio, con 18 aperture in dieci mesi, tutte legate – direttamente o meno – alla figura di Salvini, ai casi Gregoretti e Open Arms e alle modifiche dei decreti sicurezza. Il tutto nonostante il numero degli arrivi sia più che triplicato rispetto al 2019.
L’unica “finestra sul mondo” rimasta aperta con una certa continuità nel prime time tele giornalistico è quella sugli Stati Uniti. Nel primo semestre del 2020, le sette edizioni dei telegiornali nazionali hanno dedicato 330 titolazioni, di cui 14 aperture legate alle proteste nate in seguito alla morte di George Floyd. Negli ultimi mesi dell’anno, l’attenzione si è spostata naturalmente sulle elezioni presidenziali del 3 novembre, con oltre 30 aperture nel corso di quella settimana.