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Il crollo di Genova e Asia Argento due casi diversi di comunicazione sbagliata
La stampa è un mostro vorace che vuole sempre carne fresca
Il drammatico crollo del Ponte Morandi a Genova e la vicenda scandalistica trattata dal New York Times su Asia Argento sono due fatti diversi e lontani anni luce ( da una parte un grande dramma e dall’altra ‘altro’) ma uniti da un comune denominatore: una comunicazione mal gestita che si è ritorta come un boomerang in entrambi i casi sui soggetti al centro della scena.
Autostrade per l’Italia, Atlantia, i Benetton trovatisi protagonisti loro malgrado di un disastro epocale hanno veramente fatto di tutto per ‘suicidarsi’ dal punto di vista dell’immagine.
Genova e Asia Argento. Per i Benetton un 'suicidio' in termini di immagine
Un primo comunicato tutto scritto in termini legali per cercare una minima difesa dall’attacco inaspettato e durissimo del Governo, dichiarazioni ‘random’ di membri della famiglia Benetton che in qualche modo cercavano di rispondere alle frecciate dei vari Di Maio, Salvini e Toninelli sono stati i primi passi sbagliati della strategia per gestire la crisi.
Un modus operandi forse dettato dalla fretta e soprattutto dal non aver gestito tutto il processo comunicativo in modo globale.
Non è logico in un momento simile in cui l’Italia vede Autostrade come il ‘mostro’ che racchiude in sé tutti i mali storici italiani : incompetenza, egoismo, connivenza con il potere politico e chi più ne ha più ne metta rilasciare dichiarazioni in prima persona come hanno fatto i Benetton.
Era praticamente matematico che lo stesso livore diffuso a macchia d’olio nel Paese verso la società si riflettesse sulla famiglia e soprattutto sul business, al grido ‘boicottiamo i negozi Benetton’.
Non è sembrato giusto nemmeno far uscire o non bloccare notizie riguardanti una festa ‘Benetton’ che si sarebbe svolta un paio di giorni dopo la tragedia.
Genova e Asia Argento. Una strategia comunicativa sbagliata
Ultimo e non ultimo le dichiarazioni pro famiglia del loro exconsulente Oliviero Toscani che sulla rete non gode certo di grande fama, un’immagine contrastata che ha pure oscurato le sua bravura di fotografo.
Magari, visti i risultati sono corsi ai ripari, prendendo qualche professionista ma ormai il danno d’immagine era fatto.
In tutte le università dove si parla di comunicazione si sa che le crisi d’immagine hanno nelle prime 12/24 ore i loro momenti topici dove tutto il processo mediatico viene indirizzato nella giusta direzione o in quella sbagliata.
Qui è fin troppo facile dire in che direzione si è andati.
Asia Argento rappresenta un’altra vicenda che sembra aver avuto lo stesso processo comunicativo sbagliato.
L’attrice, nel bene e nel male sotto i riflettori per un suo modo di essere sempre ai limiti, è stata accusata, non dal ‘Corriere di Cirimindoli’ ma dal New York Times, di aver fatto sesso con un attore , suo partner, minorenne.
Genova e Asia Argento. Attaccata da un giornale serio e famoso
Apparsa ed attaccata da tutti i media internazionali l’Argento ha risposto con un comunicato, anche qui scritto a quattro mani con gli avvocati, in cui negava tutto salvo aver dato, quasi per pietà, soldi al ragazzo che cercava insistentemente di ‘ricattarla’.
E qui sta il grave errore di comunicazione perché quando si fa un’azione bisogna immaginare quale reazione potrebbe provocare questo processo.
Ma gli avvocati di Asia Argento erano davvero convinti che il NYT sarebbe uscito con una notizia del genere senza aver prove e fonti a prova di causa?
Trattasi di uno dei più importanti e quotati giornali al mondo non di un sito di notizie scandalistiche.
Ed infatti il suo portavoce ha pacatamente dichiarato che ‘abbiamo notizie certe e inoltre avevamo chiesto ripetutamente alla signora Argento di replicare proprio nell’articolo’.
Ed ecco, subito dopo il comunicato, puntuali le foto che ritraggono la coppia a letto ed sms da cui ‘pare’ difficile negare l’estraneità dell’Argento al fatto. Il tutto deve essere dimostrato vero, ma l’opinione pubblica sembra aver già dato il verdetto di colpevolezza.
Risultato: l’onda mediatica contro Asia Argento si è raddoppiata , le notizie sono cresciute vertiginosamente sulla rete e il processo sembra non fermarsi andando a toccare pure il lavoro della signora anche su X Factor ‘ se saranno confermate le notizie non la vogliamo’ ha comunicato la produzione del programma.
Altro risultato avrebbe avuto invece se si fosse valutato di rispondere serenamente ( magari con una profonda riflessione con gli avvocati) nell’articolo del NYT.
Si sarebbe potuto sostenere la tesi della serata di ‘affetto’ tra amici e colleghi di età diverse, una serata in cui non ci si è spinti oltre, magari sotto l’effetto di un po’ di alcool in un momento particolare di stanchezza sul lavoro o di euforia per buoni risultati e soprattutto senza essersi realmente resi conto dell’età del ragazzo, come poi di fatto è stato comunicato.
I soldi?
Poteva essere mantenuta la tesi dell’averli dati per compassione e per far cessare la pressione ‘ricattatoria’ di un ragazzo descritto con una personalità complessa.
Certo, una difesa un po’ in equilibrio, il danno ci sarebbe stato, ma sarebbe stato limitato e soprattutto a termine. Una sana ricerca del 'male minore' sarebbe stata più proficua.
Chi lavora nel mondo dei media sa perfettamente che la stampa è un mostro vorace che abbisogna di carne fresca e sanguinolenta, se gliela dai lui ne vuole sempre di più se, ma se gliela rifiuti soddisfa gli appetiti insaziabili da qualcun altro.