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L'estetista Cinica sul caso Pedretti-Lucarelli. "Sui social o vinci o muori"
L'influencer che ha un milione di follower ed è amica di Ferragni, spiega il fenomeno: "Ai miei haters racconto che ho una vita come la loro"
L'estetista Cinica da 1 mln di follower e il rapporto con gli hater. Il caso Pedretti-Lucarelli e non solo
La morte di Giovanna Pedretti ha scosso il mondo dei social e creato un precedente pericoloso. A provare a spiegare il delicato fenomeno dei social e le conseguenze di uno sbagliato utilizzo, è una che di follower se ne intende, perché ne ha 1 milione su Instagram. Si tratta della bresciana Cristina Fogazzi in arte Estetista Cinica, che ha un'azienda che fattura 70 milioni di euro l’anno. È amica di Chiara Ferragni e non le va di parlare male di lei. Ma dice anche che ormai i social sono diventati una sorta di Hunger Games. Dove l’alternativa è tra vincere e morire. Riguardo la moglie di Fedez, dice, "a lei - spiega Fogazzi a Repubblica - è caduta addosso una tempesta senza precedenti: rispetto alla storia del pandoro, le battute sessiste di Giambruno con la collega sono state valutate un milionesimo. Cosa sarebbe accaduto se certe cose le avesse dette Fedez? Sarebbe venuto giù il mondo. Come minimo ci sarebbe stata una crociata sotto casa di Chiara, le avrebbero gridato di divorziare e portargli via i bambini".
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Anche Cristina ha i suoi haters. Ma con loro usa una tattica particolare: "Quando rispondo a qualche odiatore, provando a spiegare che pure io la sera ceno a casa e guardo la tivù con mio marito, capiscono e a volte - prosegue Fogazzi a Repubblica - si scusano". Sulla storia di Giovanna Pedretti dice che non si può "ridurre tutto a Selvaggia Lucarelli, non le si può addebitare ogni responsabilità per quanto accaduto. Chiediamoci cosa si era messo in moto dopo quel messaggio. Io reagisco all’ansia con le goccine calmanti, ma altre persone che tipo di risposta emotiva possono avere, con un microfono sotto il naso e una telecamera puntata addosso? Anche chi riprende una notizia, dev’essere responsabile. Chi fa informazione si domandi dove la stiamo portando".