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Nomine Rai, l'Ad Salini nel caos: si rischia nuovamente il nulla di fatto?

Marco Zonetti

A Viale Mazzini permangono l'incertezza e lo stallo e si teme che tutto resti com'è, favorendo l'Opposizione e penalizzando la Maggioranza di Governo

Mentre alla Rai si attendono ancora le nomine dei nuovi direttori e superdirettori promesse dall'Ad Fabrizio Salini già tre mesi fa, oggi il CdA previsto da settimane è invece monopolizzato dalla diatriba sull'intervista di Monica Maggioni a Bashar Al-Assad, Presidente della Siria. Ancora una volta, dunque, slittano le famigerate nomine di cui sopra, perennemente procrastinate per via di un problema di opportunità (e pressioni) politiche che impediscono all'Amministratore Delegato di assegnare le varie cariche ai nomi prospettati ormai fin dal settembre scorso.

Come sappiamo, Salini si è assunto l'Interim di Rai2, rete attualmente allo sbando finita sotto Rai3 e Italia 1 nella classifica degli ascolti e insidiata da vicino da Rete4 (oltre che talvolta battuta anche da La7); e sappiamo inoltre che finora i nomi previsti per la direzione erano Marcello Ciannamea in quota Lega o in alternativa Ludovico di Meo in quota Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni. Ma Salini pare non essere del tutto disposto a rimuovere Teresa De Santis dal timone di Rai1, dando origine a un serio dilemma. De Santis è in quota Carroccio quindi, nel caso in cui l'attuale direttrice dovesse restare al suo posto, Rai2 non potrebbe andare alla Lega, che manterebbe Rai1 e che già detiene la Presidenza Rai con Marcello Foa; il Tg2; il Tgr di Alessandro Casarin (da sempre fidatissimo del Carroccio) e quindi il dispiego di mezzi del Servizio Pubblico sul territorio con i suoi 1200 giornalisti. Per finire con la non meno importante direzione di RaiSport affidata ad Auro Bulbarelli anch'egli in quota Lega. 

Qualora De Santis rimanesse alle redini di Rai1, insomma, "brucerebbe" alla direzione di Rai2 sia Ciannamea sia Di Meo. A quel punto, occorrerebbe un nome in quota Pd alla guida della Seconda Rete Rai, e si è pensato infatti all'attuale direttore di Rai3 Stefano Coletta, visto finora come papabile direttore di Rai1. Ci si domanda però per quale motivo Coletta che sta ottenendo ottimi risultati su Rai3 dovrebbe gettarsi nel ginepraio di una Rai2 vessata da gravissimi problemi. Pare del resto - e giustamente - che Coletta abbia fatto sapere di voler restare a Rai3, nel caso in cui sfumasse la possibilità di presiedere l'Ammiraglia Rai. A quel punto tornerebbe in auge il nome di Franco Di Mare per la Seconda Rete, come avevamo ipotizzato noi mesi fa, e che tuttavia sarebbe in quota M5s. E il Pd e Italia Viva? Si acconterebbero di restare a bocca asciutta e senza una rete? Impossibile. E siamo proprio sicuri che gli altri nomi in quota Centrosinistra, ovvero Antonio Di BellaMaria Pia Ammirati e Silvia Calandrelli, che nel loro àmbito ottengono soddisfacenti risultati, accetterebbero la patata bollente di Rai2? Per non parlare di Mario Orfeo: i 5 stelle non accetterebbero mai che un personaggio così forte e decisionista in quota Centrosinistra dirigesse una rete (intendono con ogni mezzo tenerlo lontano perfino dal Tg3, del resto...). 

Alla luce di tutto ciò, dunque, si sta ventilando l'ipotesi che l'Ad Salini, non esattamente un cuor di leone, decida di profittare della distrazione delle feste natalizie per tenersi infine anche l'Interim di Rai2, rinviando il tutto a gennaio e magari al periodo immediatamente successivo alle elezioni in Emilia-Romagna e Calabria. Una pericolosissima impasse, insomma quella che si profila all'orizzonte e che agita i corridoi di Viale Mazzini. Per non parlare della preoccupazione degli investitori pubblicitari, con una Rai2 alla deriva e un daytime di Rai1 non esattamente in grande spolvero. E che dire della Maggioranza di Governo, che da tre mesi insediata a Palazzo Chigi si vede penalizzata da una Rai totalmente spostata verso l'Opposizione con il Pd e i renziani in assoluta minoranza? E per giunta dopo che il Premier Giuseppe Conte ha rilanciato l'alleanza di Governo annunciandone una verifica per cementare la maggioranza. Se il Governo Pd-M5s-Leu-Italia Viva è destinato a durare, come possono le componenti dell'Esecutivo tollerare che a capo di Rai1 vi sia un direttore in quota Lega?

In ogni modo, a conti fatti, a metà dicembre le Nomine Rai annunciate nel settembre scorso sono ancora in alto mare, e nessuno avrebbe potuto preconizzare un così prolungato stallo nella prima azienda culturale del Paese, per giunta con un Amministratore Delegato investito da poteri che nessun suo predecessore aveva mai detenuto. Nel caos e nell'incertezza dilaganti, malgrado il Natale alle porte, l'atmosfera a Viale Mazzini è più funerea che mai. A meno che i fatti non smentiscano il tutto nei prossimi giorni con un atto di coraggio da parte dell'Ad o, in ultimissima analisi, nella seduta del CdA prevista per il 19 dicembre prossimo venturo. Dopodiché, altrimenti, il diluvio.