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Nomine Rai, Lega e M5s ai ferri corti: il Carroccio indebolito dal caso Siri?

Marco Zonetti

Asse Pd-M5s contro Lega, Carroccio in crisi per il caso Siri. Infuocato scenario a Viale Mazzini

Le Nomine Rai e il feuilleton che le circonda, con Lega e M5s allontanati dal destino (politico) avverso come eroi da romanzo, continua più serrato che mai. 

La situazione politico-istituzionale infuocata, con le elezioni europee a un tiro di schioppo, una campagna elettorale che vede Carroccio e grillini protagonisti di una "guerra dei Roses" a Palazzo Chigi e la vittoria del Movimento sulla Lega per quanto riguarda il caso Siri sono tutti elementi di ulteriore maretta tra le due forze politiche.

Vincenzo Spadafora, sottosegretario alle Pari Opportunità e ombra inseparabile di Luigi Di Maio, ha sostituito Gianluigi Paragone come "responsabile" della Rai per il M5s e, da paladino dei diritti LGBT qual è, l'ex braccio destro di Alfonso Pecoraro Scanio e di Francesco Rutelli ha favorito la trasformazione del palinsesto estivo di Rai1 in una specie di oasi filogay, con buona pace di chi intravedeva nell'assegnazione della direzione della prima rete alla leghista Teresa De Santis un passo verso l'oscurantismo medievale.

A parte questo, oggi 9 maggio dovrebbero essere comunicate le nomine in CdA e girano indiscrezioni sugli assegnatari delle cariche da affidare.  Si parla per esempio di quella di Transformation Officer attribuita a Pietro Gaffuri; al Personale si fa invece il nome di Felice Ventura, direttore acquisti Rai, e di Massimo Ferrario in quota Carroccio. Riconfermati forse il direttore finanziario Giuseppe Pasciucco, e l'ad Salini avrebbe scelto quale capo degli Affari Legali Francesco Spadafora (da non confondersi con il succitato Vincenzo).

La direzione della Comunicazione andrebbe al valido portavoce dell'Ad, il giornalista di lungo corso e di lunga carriera Marcello Giannotti (il cui contratto non è a tempo indeterminato ma legato alle sorti dell'Ad stesso, quindi encomiabilmente non appioppato al contribuente vita natural durante). Giannotti andrebbe a sostituire Giovanni Parapini, dividendosi i compiti con chi si occuperà delle Relazioni Istituzionali e delle Relazioni Internazionali.

Poi ovviamente si tratta di sciogliere il nodo delle vicedirezioni Rai, delle quali affaritaliani ha ampiamente trattato. Si parla di Franco Di Mare, ex conduttore di UnoMattina, Maria Teresa Fiore esperta di palinsesto vicino a Maurizio Gasparri, Milo Infante, quota Carroccio, Franco Argenziano, producer a Rai 3. Secondo Prima Online, che non si risparmia una frecciata a Teresa De Santis definendola "direttore fantasma" e sottolineando che "non ha ancora preparato i palinsesti autunalli", dovrebbero essere confermati "due esperti come Claudio Fasullo all’Intrattenimento e Paola Sciommeri, alla Pianificazione e Mezzi.Il problema è che le nomine della Rai ormai si giocano tra Palazzo Chigi e San Macuto, sede della Vigilanza, dove si sta assistendo – come risultato dello scontro tra i giallo verdi – al rovesciamento delle alleanze politiche sulla Rai con M5S e Pd (che ha votato la risoluzione su Foa) che flirtano alla grande".

Vera questa storia dell'asse M5s-Pd in Rai, o solo pettegolezzo da corridoio? Certo è che, politicamente, la Lega al suo attivo ha solo i sondaggi e le ottime performance alle ultime amministrative e regionali in giro per l'Italia, mentre il M5s ha la recente - cruciale - vittoria in Consiglio dei Ministri sul caso Siri e la maggioranza dei rappresentanti parlamentari dopo l'exploit del 32% il 4 marzo 2018. Fino all'esito delle urne il 26 maggio prossimo venturo, sono dunque i grillini ad avere il coltello dalla parte del manico, soprattutto ora. E le nomine di oggi, se ci saranno effettivamente, diranno molto dei rapporti di forza tra i due partiti di maggioranza.