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Nomine Rai: Salini trionfa, i sovranisti si spaccano e nasce l'asse M5s-FdI

Marco Zonetti

Il caso Fazio ha consolidato l'alleanza tra l'Ad e il consigliere Giampaolo Rossi in quota Fratelli d'Italia a discapito della Lega

Rai: le nomine formalizzate ieri hanno decretato a Viale Mazzini la vittoria incontrastata dell'Ad Fabrizio Salini (e indirettamente del M5s) a discapito della Lega

Ai detrattori (in primis il consigliere di amministrazione leghista Igor De Biasio che qualche settimana fa sul Messaggero aveva sparato a zero sull'amministratore delegato, parlando addirittura di una sua rimozione), l'Ad ha infatti risposto con un'infornata di nomi prima delle Elezioni Europee, dimostrando così la sua forza rispetto agli uomini del Carroccio e la sicurezza di non essere costretto ad attendere sviluppi dalle urne il 26 maggio. Abbiamo sempre scritto che Salini va avanti come un treno, e come un treno è andato avanti malgrado tutto e tutti.

Ma c'è un altro elemento da considerare: il nuovo asse tra Salini e il consigliere di amministrazione Giampaolo Rossi, in quota Fratelli d'Italia ma da tempo molto vicino all'amministratore delegato; un asse cementatosi e consolidatosi dopo lo scoppio del caso Fazio e dell'arbitraria cancellazione di tre puntate di Che Fuori Tempo che Fa da parte della Rai1 di Teresa De Santis (quota Lega). 

Con quella richiesta di consiglio di amministrazione straordinario a seguito dell'affaire Fazio, avanzata al Presidente Foa dai quattro consiglieri Rita Borioni (Pd), Riccardo Laganà (dipendenti Rai, vicino al M5s), Beatrice Coletti (M5s) e per l'appunto Giampaolo Rossi, ovvero la maggioranza del CdA (cui si deve aggiungere Salini "consigliere delegato"), si manifestava di fatto una nuova ufficiosa alleanza  antileghista, e terminava di fatto quella tra Salini e Foa, sostituita da un rinnovato idillio professionale e personale tra il primo e il consigliere Rossi.

E le nomine di ieri s'inseriscono alla perfezione in questo filone di analisi, visto che i nomi assegnati alle varie cariche sono assai lontani da quelli che avrebbe voluto il Carroccio, in primis Roberto Cecatto alla direzione della Produzione, a capo della quale la Lega voleva invece Massimo Ferrario. E che dire di quel Felice Ventura alle Risorse Umane e Organizzazione, vicino proprio al più volte citato Giampaolo Rossi? Così come Alessandro Zucca, che va alla direzione Infrastrutture e Sedi locali, vicino a Giorgia Meloni e quindi a Fratelli d'Italia e quindi per proprietà transitiva allo stesso Rossi. 

Insomma, prima delle Elezioni Europee, in Rai la Lega celodurista è finita a bocca asciutta e a trionfare su tutta linea è stata la linea di Fabrizio "pochi proclami, tanti fatti" Salini, con buona pace di chi da quelle parti - solo qualche tempo fa - vedeva l'Ad con le valigie pronte.