Forbes, Papa Francesco in copertina. E c'è la top 100 dei filantropi italiani
Quando la ricchezza diventa filantropia con la top 100 di chi dona di più in Italia
Blue Financial Communication, società quotata all’Aim ed editrice dei mensili Forbes, Bluerating, Private e Asset Class, lancia in edicola giovedì 27 dicembre il volume n° 15 del mensile Forbes. Papa Bergoglio è in copertina di questo numero, ideale personaggio-simbolo per questo volume dedicato all’economia del bene, in perfetto equilibrio tra le tre strade della carità (con la chiesa di Roma che l’ha fatta diventare una virtù teologale), della filantropia e della beneficienza. L’avvento del primo pontefice gesuita ha dato più forza anche a chi ha deciso di percorrere queste due ultime vie. La cultura anglosassone fa della filantropia e della beneficienza una vera e propria ragione di vita partendo dal principio condiviso che chiunque faccia fortuna ha il dovere di restituire una parte di quello che ha ricevuto dalla società. Negli USA le donazioni individuali ammontano a 300 miliardi di dollari ogni anno, una cifra colossale che beneficia, oltre al concetto di give-back, anche di importanti politiche di deduzione fiscale che possono arrivare fino al 50%.
In Italia invece prevale ancora un’interpretazione più personale e meno strutturata: il regime fiscale è meno vantaggioso anche se, su base annua, sono 9 i miliardi di euro donati complessivamente in charity (contro i 25 del Regno Unito e i 23 della Germania), una cifra che colloca il Belpaese al terzo posto in Europa. L’obiettivo ora è migliorare l’efficienza e liberare nuove risorse per il terzo settore, passando, come dice Massimo Lapucci, presidente di European Foundation Centre e segretario generale della Fondazione Crt di Torino, “dalla logica di pura erogazione all’idea di una donazione capace di generare rendimenti”.
La lunga panoramica ForbesCharity presenta poi una selezione delle 100 fondazioni che si sono distinte nel corso dell’anno per l’entità delle risorse erogate e lo spirito innovativo con cui hanno operato in Italia e nel mondo attraverso progetti di assistenza, ricerca e promozione della cultura. In chiusura i ricchi d’America più generosi: una parata di stelle della filantropia mondiale messe sotto la lente di ingrandimento rispetto alle risorse donate a confronto con il valore totale del patrimonio.
L’anno 2018 va in soffitta. Tempo di bilanci ma soprattutto di prospettive-paese, come quelle che emergono, declinate in dieci temi, dalle parole di Arturo Artom, imprenditore e consulente strategico, e di Carlo Cottarelli, già commissario per la spending review e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica. Intanto il 2019 si candida a essere un altro anno volatile sui mercati finanziari come sottolinea Michele Quinto, alla guida della divisione retail di Franklin Templeton che in Italia gestisce 15 miliardi (717 a livello globale).
La sezione editoriale Forbes Moda in Italy passa invece in rassegna le nuove sfide per i brand del fashion, tra sostenibilità e profitti responsabili, formal wear in equilibrio tra tradizione e innovazione, calzature di lusso arrivate ormai alla terza generazione di imprenditori. E ancora made in Italy con cappelli e stivali top di gamma che puntano al futuro con ottimismo.
Forbes volume #15, che ha totalizzato un inserito di ben 29 pagine pubblicitarie (su 132 pagine di foliazione), è sempre proposto in abbinata a fine gennaio con le edizioni milanese e romana del quotidiano La Stampa.
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