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MediaTech
Rai, 200 mln all'anno per format esterni. Non solo Loft, ecco chi ci guadagna
Gianpaolo Rossi, DG RAI e Roberto Sergio, AD RAI

Rai, nonostante 13mila dipendenti e 3 mld di bilancio i format vengono comprati all'esterno. I dati

La Rai è finita ancora una volta al centro delle polemiche per i format dei programmi acquistati all'esterno e non prodotti da Viale Mazzini, nonostante i 13mila dipendenti e un bilancio da quasi 3 miliardi. La renziana Boschi, vicepresidente della Vigilanza Rai, aveva sollevato la questione, chiedendo spiegazioni per quei 305 mila euro pagati per mandare in onda La Confessione di Peter Gomez. Contratto stipulato con la società Loft, vicina a Il Fatto Quotidiano ed esterna appunto. Ma è lo steso giornale diretto da Marco Travaglio a spiegare come questa prassi in Rai sia in realtà molto diffusa. Nella stagione 2022/23, - riporta Il Fatto Quotidiano citando un rapporto Anac - sulle tre reti principali, su 39 programmi di prime time e access ben 20 erano in appalto.

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Grazie alla banca dati dell'Anac e in attesa dei dati finali di quest’anno, il Fatto ha ricostruito il giro d’affari tra Rai e colossi della produzione nel 2023. A partire da Lux Vide, casa di produzione fondata da Ettore Bernabei e dalla figlia Matilde, Natangelo moglie di Gianni Minoli. Nel 2023 Lux Vide ha chiuso contratti con la Rai per 22,5 milioni di euro grazie a due fiction, Don Matteo (13,1 milioni) e Doc (9,4 milioni). Altro gigante del settore è la già citata Stand by me di Simona Ercolani, che invece ha firmato accordi per 15,4 milioni vendendo alla Rai diversi show, come È sempre mezzogiorno (3,2 milioni), Effetto Flo (1,4) e Il Santone 2 (1,3). Sarebbero otto in tutto le società a farla da padrone grazie a profitti ingenti. Il trend è confermato, la Rai continua a comprare all'esterno i format per i suoi programmi.






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