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Rai, la ragnatela di Renzi: Di Bella, Orfeo, Teodoli, a chi il trono di Rai1?

Marco Zonetti

Continuano le manovre dell'ex premier per la carica più ambìta in Rai. Ma sul direttore della Prima Rete la decisione finale spetterà a Salini

Matteo Renzi verrà anche ignorato dai telegiornali Rai ad agosto, come denunciano gli onorevoli dem Faraone e Anzaldi, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Vigilanza e segretario della stessa Commissione (clicca qui per leggere), ma l'ex premier sta comunque continuando indisturbato a tessere la sua ragnatela a Viale Mazzini.

La Trimurti che vagliava i possibili nomi amici da inserire nei posti chiave alla Rai, defenestrando quanto più possibile i protetti della Lega, si è sciolta con la nomina di Salvatore Margiotta a Sottosegretario ai Trasporti e Infrastrutture mentre Antonello Giacomelli non è stato nominato - com'era stato preconizzato - alle Telecomunicazioni. Ora, dunque, è soltanto Renzi a manovrare e a decidere chi, nel "gioco dei troni" delle varie influenti cariche, verrà collocato dove.

Come già ampiamente ribadito, nel repulisti giallo-rosso in atto all'ombra del Cavallo di Viale Mazzini, se la poltrona più simbolicamente rilevante è quella di Presidente, la carica di fatto più strategica e importante dal punto di vista politico è quella di direttore di Rai1, e Renzi ha di fronte agli occhi - come nel gioco Indovina Chi - tre caselle fregiate da tre volti noti al Servizio Pubblico, considerati fedeli(ssimi) dell'ex segretario Pd. I già citati dal sottoscritto Antonio Di Bella, ora Direttore di RaiNews, e Mario Orfeo, Presidente di RaiWay, e il terzo "tra cotanto senno" Angelo Teodoli, che l'Ad Fabrizio Salini ha appena chiamato a capo dell'importantissimo progetto che vede Fiorello tornare nel Servizio Pubblico in esclusiva su RaiPlay per sostituire Andrea Fabiano volato tra le amiche braccia di Luigi Gubitosi a TimVision (clicca qui per leggere). Un progetto quello di Fiorello a RaiPlay che, per l'Ad, costituisce la sfolgorante vetrina di tutto il suo piano di riforma strutturale dell'azienda per catapultarla nel futuro digitale e piazzarla quale attore di punta sui mercati mondiali.

Anch'egli vicino a Renzi, il bel Teodoli, a capo prima di Rai2 e poi di Rai1, ha ovviamente esperienza sul campo di direzione di rete con apprezzatissimi risultati, e potrebbe essere il nome sul quale Salini conta per avere un suo alleato nel posto più ambìto. Memore dell'esperienza che l'ha visto costantemente ai ferri corti con l'attuale direttrice Teresa De Santis in quota Carroccio, l'Ad - a sua volta nell'orbita renziana - potrebbe spingere per Teodoli trovando un accordo strategico con il fiorentino azionista di maggioranza del Governo Pd-M5s, condividendo dunque in una stanza chiave del potere un uomo apprezzato da entrambi. Si ricreerebbe così la lieta atmosfera delle sale della Stand By Me, quando ai tempi del fiorentino a Palazzo Chigi la società fondata dalla renziana di ferro Simona Ercolani Rondolino e presieduta per un certo periodo proprio da Salini diveniva la filiale del Nazareno, ancor più "nazarena" dell'originale. Insomma, l'inverno sta arrivando e Salini potrebbe decidere di entrare prepotentemente nel "game of thrones" di Viale Mazzini, ben più avvincente di quello televisivo.

Quanto alla potente Maria Pia Ammirati, che per qualche giorno è stata considerata papabile per la direzione di Rai1, vede nel suo futuro una più probabile nomina a capo di Rai2, che Carlo Freccero sta per lasciare. Non certo invisa ai renziani, anzi, la Ammirati può contare anche sull'amicizia con Vincenzo Spadafora, fino a qualche tempo fa "kingmaker" in Rai per conto dei grillini, e ora - dopo la fine dell'idillio politico con Luigi Di Maio che gli ha preferito Riccardo Fraccaro - tornato ufficiosamente all'ovile della Sinistra nella quale ha sempre orbitato, passando da Francesco Rutelli a Walter Veltroni ad Alfonso Pecoraro Scanio e così via. Pure, se anche Spadafora dovesse essere sostituito da Emilio Carelli quale responsabile Rai per il M5s, il curriculum della Ammirati e l'apprezzamento da parte di Renzi dovrebbero non precluderle la scalata alla direzione di Rai2.

Vieppiù, la scelta di una direttrice donna per la Seconda Rete addolcirebbe mediaticamente (e presso le femministe agguerrite che hanno preso possesso di Viale Mazzini negli ultimi tempi) la pillola della defenestrazione di Teresa De Santis, che molte Cassandre divinano già immolata in Olocausto dalla stessa Lega per salvare la poltrona di Marcello Foa. Nell'italianissimo valzer delle poltrone, sono ahimè quasi sempre gli uomini a restare in pista a svantaggio delle donne, elementi ritenuti tacitamente più deboli e dunque sacrificabili rispetto ai papaveri di sesso maschile. It's a man's man's man's world gorgheggiava James Brown, "è un mondo di uomini di uomini di uomini", una canzone che a Viale Mazzini è sempre andata per la maggiore e che a Rai1 sta per conoscere un gettonatissimo revival.

In tutto questo, forte di un potere riconquistato attraverso un abile colpo di teatro, chino e la vista aguzza come una tessitrice al chiaro di luna, Renzi ordisce silenziosamente la sua tela in Rai, in attesa che vengano a imprigionarsi mosche illustri per poterle rimpiazzare con i suoi sodali e alleati, coloro che - anche nei momenti di crisi - non l'hanno mai abbandonato. E tra questi, il posto d'onore spetta senz'altro a un uomo. Mario Orfeo. Fermo restando che la decisione finale toccherà a Fabrizio Salini, una decisione che peserà enormemente sulla sua credibilità all'interno dell'azienda e agli occhi del mondo, nonché una scelta che non può (più) permettersi di sbagliare.