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Rai, la Lega licenzia Carboni (Tg1): "Il problema è lui, non De Santis"

"Sì, è vero. In linea di massima condivido questa opinione. I problemi che ci sono stati vanno cercati altrove e non solo in Rai1". Il segretario della Commissione di Vigilanza Rai, il leghista Massimiliano Capitanio, intervistato da Affaritaliani.it, sostiene quanto affermato da Maurizio Gasparri (Forza Italia) sempre ad Affaritaliani.it e cioè che la direttrice di RaiUno Teresa De Santis "è il capro espiatorio" per i problemi della televisione di Stato.

Secondo il senatore azzurro "si mette sotto accusa la direzione di rete e nulla si fa nei confronti del vero problema, ossia del crollo del Tg1, sceso sotto il 20 per cento. E nulla si sa dell’esito dell’audit rispetto allo scontro tra il direttore Carboni che pare abbia fisicamente aggredito il suo vice Polimeno". Anche su questo punto Capitanio condivide l'analisi: "Esatto, la direzione del Tg1 è la certificazione di scelte sbagliate da parte del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, anche durante il Conte I con la Lega al governo. Anche in quel periodo - spiega l'esponente del Carroccio - molte scelte operate dai 5 Stelle sono state fatte pescando nel giro del Pd".

massimiliano capitanio
       Massimiliano Capitanio

La Lega chiede la testa del direttore del Tg1 Giuseppe Carboni? "Chiediamo di valutare attentamente una serie di scelte. Parlo dell'intervista flop al premier Conte sul caso della guerra di Erdogan in Siria con punte del 4% in prima serata, che come tutti gli speciali giornalistici è stato gestito e organizzato dal Tg1 quasi a insaputa della De Santis che inizialmente non era nemmeno a conoscenza dei cambi di programma. C'è stata poi la decisione di tenere in seconda serata il faccia a faccia tra Matteo Salvini e Matteo Renzi. Per non parlare del fatto che lo speciale elezioni in Umbria non è andato in onda su RaiUno (ma su RaiTre, ndr) pur essendo una consultazione con indubbia attenzione nazionale. Se aggiungiamo la perdita di ascolti del Tg1 invito a trarre le conclusioni e a valutare se sia opportuna la gestione di Carboni".

Nel caso in cui dovesse saltare la poltrona di Carboni, secondo le indiscrezioni che circolano in ambienti politici, per la direzione del Tg1 sarebbero in corsa Antonio Di Bella o Franco Di Mare.

C'è poi la questione, sollevata sempre da Gasparri, del nuovo modello organizzativo voluto dall’ad Fabrizio Salini con nove nuove direzioni "che svuoteranno il ruolo delle reti (e quindi dei direttori). Peccato - sono le parole dell'esponente di Forza Italia - che lo si voglia fare senza passare dal doveroso confronto in Commissione parlamentare di Vigilanza". Capitanio spiega: "Il piano è stato illustrato ma non ancora votato e per questo ho preteso che Salini venisse prima in Commissione. Devo dire che è strana questa fretta di Salini di arrivare alle nomine prima che la Vigilanza si sia espressa. Procedere con certe nomine adesso vuol dire avviare il piano in anticipo senza che la Vigilanza si sia ancora espressa. E' vero che il piano compete al consiglio di amministrazione, ma sicuramente ci sono alcune anomalie da chiarire, come il milione e mezzo che verrà speso in consulenza per attuarlo".

L'esponente della Lega attacca: "Sto sentendo puzza di lottizzazione. Se il piano industriale, che più volte abbiamo detto di sostenere soprattutto negli aspetti dell'innovazione come Raiplay, serve solo per blindare una comunicazione anti-Salvini faremo le barricate". E infine i rapporti con gli altri partiti dell'opposizione di Centrodestra. "Con Forza Italia e Fratelli d'Italia ci siamo ritrovati d'accordo varie volte, come sugli esposti all'Agcom e sul codice deontologico dei giornalisti. Ogni tanto invito i colleghi di Fratelli d'Italia a dialogare maggiormente con il proprio rappresentante in cda, Gimpaolo Rossi, per capire se stia giocando un'altra partita", conclude Capitanio.

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