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Palese (Unirai) contro l'Usigrai: "Pensiero unico e nostalgici degli anni '70, basta così"

Il segretario del sindacato di destra rilancia sulla pluralità sindacale e critica le resistenze interne alla Rai: "Serve maturità e responsabilità"

Palese (Unirai) contro l'Usigrai: "Pensiero unico e nostalgici degli anni '70, basta così"

Il congresso dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, si è aperto a Milano Marittima con un'agenda focalizzata su temi come l'antifascismo e l'antiberlusconismo, suscitando dibattiti sulla loro attualità nel contesto odierno. Nonostante lo slogan "Solidarietà, Libertà, Diritti" (SOLIDI), l'Usigrai affronta sfide significative, tra cui una diminuzione degli iscritti, con meno di 1.400 adesioni su 2.000 giornalisti, e questioni finanziarie legate a presunti ammanchi di bilancio.

In questo contesto, qualcuno si chiedeva a gran voce come mai in Rai ci fosse un solo sindacato, quando in Francia ce ne sono cinque e perfino l'Ungheria - non esattamente un campione di libertà e pluralismo - ne ha due. Affaritaliani ha intervistato Francesco Palese, segretario del sindacato Unirai, che ha rilasciato dichiarazioni critiche nei confronti dell'Usigrai e ha espresso la necessità di un cambiamento nel panorama sindacale della Rai.

Palese, come risponde alle affermazioni che definiscono il sindacato di destra 'finito' dopo la lettera a Giampaolo Rossi pubblicata da Repubblica lo scorso 23 dicembre in cui l'Unirai lamentava la sua esclusione dal tavolo delle trattative sul premio di produzione?

Queste dichiarazioni sono infondate. Abbiamo consolidato la nostra presenza in azienda; non siamo affatto 'morti'. Le persone dovrebbero mettersi l'anima in pace. Abbiamo riscontrato forti resistenze interne, ma sono destinate a essere superate dalla storia, come abbiamo affermato agli Stati Generali della Rai.

Qual è la sua posizione sulla pluralità sindacale nel giornalismo, considerando l'esempio di altri paesi europei?


L'Europa ha intrapreso la strada della pluralità dei sindacati giornalistici, e riteniamo che anche l'Italia debba seguire questo percorso. In Francia e Grecia ci sono cinque sindacati, perfino in Ungheria ne hanno due. Chi ci accusa di frammentare la categoria dimostra solo di essere allergico a ogni forma di democrazia.

Quali sono le sue aspettative per il futuro segretario dell'Usigrai? Sarà ancora una volta Daniele Macheda?

Ho rispetto per i congressi, che sono sovrani. Auguro al prossimo segretario una stagione di maturità e responsabilità. I nostalgici degli anni '70 sono destinati alla sconfitta. Basta con il pensiero unico: chi esprime opinioni fuori dagli schemi non dovrebbe essere trattato come un criminale.

Come interpreta il dato del minimo storico di iscritti al congresso Usigrai?


La classe dirigente di questo sindacato rappresenta 900 giornalisti su 2.000: mi pare evidente che sia necessario un bagno di umiltà.

Durante il congresso, Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha espresso preoccupazioni riguardo a un possibile rischio di privatizzazione della Rai, sottolineando l'importanza di mantenere il servizio pubblico indipendente e libero da influenze politiche. Inoltre, sono emerse discussioni sulla gestione interna dell'Usigrai, con critiche riguardanti la mancanza di trasparenza e l'esigenza di rinnovamento per affrontare le sfide attuali del giornalismo e del servizio pubblico. Il congresso proseguirà nei prossimi giorni, con l'obiettivo di delineare una strategia che possa rafforzare la posizione dell'Usigrai all'interno della Rai e nel panorama mediatico italiano, affrontando le criticità emerse e promuovendo una maggiore inclusività e rappresentatività tra i giornalisti.

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