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Roberto Poletti: "A Siriparte non c’è posto per i lamenti, ma solo positività"

Roberto Poletti guarda avanti: "Anche se Siriparte andrà avanti ancora, sto già pensando a un dopo con Ripartiti"

Roberto Poletti conduttore di Unomattina, dal 9 Marzo ha trasmesso da Milano in collegamento con gli studi di Roma, dialogando a distanza con Valentina Bisti. Un giornalista che ha saputo trovare un linguaggio nuovo, per condurci giorno dopo giorno attraverso la cronaca di uno dei periodi più neri del nostro paese e del mondo. Roberto Poletti è vocato al servizio pubblico, crede nell’informazione e nel dialogo. Attento e presente al suo mestiere, dal 4 Maggio, ogni giorno dal lunedì al venerdì, è in onda su Rai Isoradio con Siriparte. Una sorta di mercatino di Portobello dove le idee trovano chi le sta cercando, uno scambio di energia positiva, con tante storie di chi, questo meraviglioso paese, lo sta facendo ripartire. Una trasmissione dinamica in continuo divenire, che Roberto Poletti guida con la sua proverbiale schiettezza e la professionalità di un grande giornalista.

Che cosa ha significato rimanere a Milano per trasmettere in collegamento con gli studi di Roma?
Ha significato scegliere di rimanere nell’epicentro dell’epidemia, di trasmettere da una delle zone che è stata colpita più violentemente. Essere a Milano ci ha permesso di tracciare una rotta e avere una prospettiva diversa da quella che avremmo avuto solo da Roma. Un progetto che è stato possibile, in primis, grazie alla fiducia accordatami dal direttore Rai Stefano Coletta e dal grande lavoro di tutta la squadra di professionisti del centro di produzione di Milano. In ultimo, ma non per importanza, la professionalità di Valentina Bisti e la grande intesa che abbiamo maturato in quest’ultimo anno in cui abbiamo lavorato insieme.

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La televisione sta cambiando?
Avrei detto che la televisione stesse perdendo terreno, quasi fosse oramai superata. Oggi, però, in questo momento di confusione e timore, che le fake news hanno contribuito a peggiorare, ritengo abbia ripreso il suo ruolo fondamentale. La gente che ha visto crollare ogni sicurezza, ogni punto di riferimento e ha temuto per la propria vita e il futuro dei propri figli, ha cercato nel servizio pubblico indicazioni e risposte. La televisione deve essere consapevole della responsabilità che comporta fare informazione ed adempiere al meglio al proprio compito.

Il tuo contributo a quest’Italia che sa “attraversare il guado” non si è fatto aspettare. Sei in onda su Rai Isoradio con Siriparte. Vuoi parlarcene?
Siriparte 
è una trasmissione in onda su Rai Isoradiodal 4 Maggio dal Lunedì al Venerdì e racconta storie assolutamente comuni che hanno un unico denominatore: sono le storie di uomini e donne di buona volontà. Non c’è posto per i lamenti o le lacrime ma solo di positività da parte di chi sta ricostruendo l’Italia senza aspettare gli aiuti, che sono graditi e auspicabili, ma non condizionano la voglia di ripartire, oggi subito. Storie semplici e meravigliose, di piccole aziende che in ginocchio hanno saputo riconvertire la loro produzione, di una giovanissima piemontese che da sola si mette in cammino con settanta vacche e trenta capre per la transumanza, idee geniali di giovani imprenditori che risolvono. Una sorta di agorà dove chi ha bisogno d’idee le trova, insieme a tanti progetti e un pizzico di ottimismo e voglia di fare. Un’idea che è stata accolta con entusiasmo e disponibilità dal direttore di Rai Isoradio Danilo Scarrone e Roberto Sergio direttore di Rai Radio.

Se dovessi condurre un nuovo programma in Rai, cosa ti piacerebbe fare?
Quest’anno in Rai è stato molto importante e formativo; credo nei progetti e mi piace portarli a compimento, per cui non nego che sarei contento di continuare a condurre Unomattina, ma ovviamente non spetta a me decidere. Per la Radio, anche se Siriparte andrà avanti ancora, sto già pensando a un dopo con Ripartiti. Credo moltissimo nel servizio pubblico e penso che questo genere di programmi rappresenti una nuova frontiera aperta a tutti, un luogo ideale dove incontrarsi e interagire.

Se Roberto Poletti dovesse tracciare un identikit di Roberto Poletti, quali sarebbero i tratti salienti?
Una persona giusta che odia la falsità e l’ipocrisia che ama la trasparenza e la correttezza. Purtroppo consapevole di cosa c’è intorno e quindi si tura il naso. Un giornalista che ama il suo lavoro, sente tutta la responsabilità di fare comunicazione, in modo corretto e comprensibile. Questa pandemia mi ha costretto a migliorare ancora, spingendomi a trovare parole nuove. Il pubblico era cambiato, a casa c’erano le famiglie, i bambini. Un’esperienza importante in cui ho cercato di dare il meglio mettendo a disposizione la mia professionalità.