Medicina

5 milioni di morti all’anno per mancanza di attività fisica

di Daniele Rosa

Televisione e videogiochi rendono inutili le raccomandazioni dell’OMS

5 milioni di morti all’anno a livello globale, circa 46 milioni di euro di spesa sanitaria, di cui 26 miliardi provenienti dal settore pubblico.

E’ noto a tutti che l’esercizio fisico e lo sport hanno enormi benefici, non solo sul corpo ma pure sulla mente. Tra i vantaggi più conosciuti: la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, della pressione sanguigna e dello stress, maggior controllo sui livelli di colesterolo e miglioramento del riposo notturno.

Purtroppo secondo quanto riporta la prestigiosa rivista medica “The Lancet” la battaglia contro la sedentarietà sembra ad un punto morto.

Tre studi evidenziano in maniera preoccupante questo problema.

I primi due studi riguardano due gruppi in particolare, i giovani entro i 24 anni e le persone con disabilità.

Il primo, osserva con attenzione i molteplici benefici dello sport per il cluster giovanile: migliore salute oggi per una generazione in crescita ed una eredità positiva trasferita alla generazione seguente.

Per quanto riguarda invece le persone con disabilità lo sport o semplicemente l’esercizio fisico sono metodi per difendersi da problemi cardiaci, diabete o obesità.

Il terzo rapporto invece analizza le politiche sportive sviluppate durante i Giochi Olimpici negli ultimi anni e soprattutto  le ricadute che hanno avuto sul modus vivendi routinario dei cittadini del Paese in cui i giochi si sono svolti.

Secondo “The Lancet” gli adolescenti sono “sportivamente” pigri già dal 2012 e l'80% dei giovani non mostra alcun interesse nel seguire quello che l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda da tempo, ovvero fare attività fisica almeno un’ora al giorno.

E il mondo della scuola non è da meno perchè ben il 40% degli studenti non va mai a scuola a piedi e il 25% rimane oltre tre ore al giorno seduto dopo aver frequentato lezioni e fatto i compiti.

Interessante nello studio è l’analisi del tempo che i giovani di 38 paesi europei trascorrono davanti agli schermi, dalla televisione ai videogiochi. In media il 60% dei ragazzi e il 56% delle ragazze trascorrono oltre due ore al giorno davanti alla televisione.

Un po’ di meno ma sempre in eccesso il tempo passato sui videogiochi: il 51% dei ragazzi e il 33% delle ragazze europei rimangono incollati per più di due ore al giorno alla console per videogiochi.

Di fatto l’uso degli schermi sta sostituendo attività sedentarie, come leggere libri o riviste o ascoltare la radio, ma non sostituisce la necessaria attività fisica.

Nel cluster delle persone con disabilità i ricercatori hanno determinato che hanno tra il 16 e il 62% in più di probabilità di non fare attività quotidiana.

Nessun effetto incentivante sulla voglia di fare sport hanno avuto la maggioranza dei Giochi Olimpici. I Giochi Olimpici, o i grandi eventi sportivi come gli Europei o la Coppa America di calcio, secondo lo studio, non sono serviti a promuovere la pratica sportiva.

Ad eccezione delle Olimpiadi del 2008 a Pechino e dei Giochi invernali del 1998 a Nagano (Giappone), in nessun paese ospitante è aumentata la partecipazione dei cittadini alle attività sportive.

"I grandi eventi attirano le persone interessate all'esercizio, ma poi molti pensano che questo sport sia al di là delle loro capacità o abilità, e quindi si impegnano ancora di meno. “Bisogna offrire programmi per persone di tutte le età e livelli di attività” sostiene Adrian Bauman, ricercatore all'Università di Sydney e uno degli autori del lavoro.

Pure la pandemia da Coronavirus si è dimostrata un’occasione persa per lo sport. Sebbene lo sport sia stata un'attività essenziale in alcuni paesi durante i lockdown, i governi non hanno sostenuto questa potenziale crescita di interesse verso lo sporti “Le prime campagne dei governi durante la pandemia di Covid hanno motivato la gente a uscire e a fare esercizio. Ma poi perché i governi non hanno continuato ad impegnarsi per promuovere l'attività fisica come un bisogno umano essenziale al di là del COVID-19?” si chiedo gli autori dello studio.

Alcuni commentatori invece ritengono che fondamentalmente si stia vivendo una rivoluzione tecnologica in cui sono aumentati gli schermi e il loro uso e questo significa solo una cosa: crescita esponenziale della sedentarietà.

 

E le ricerche si concludono con un preoccupante messaggio “L’essere umano non è progettato per sedersi e invece abbiamo sviluppato le nostre vite basandoci su uno stile di vita sedentario".