Medicina

Colesterolo alto e caffè: c'è una correlazione ma non dipende dalla varietà

Potete comunque tranquillamente bere la vostra tazza di caffè mattutina

Colesterolo alto e caffè: una ricerca norvegese conferma che questa bevanda, con una particolare preparazione, può influire negativamente sui grassi nel sangue

Si parla di colesterolo alto quando la concentrazione di grassi nel sangue supera i 240 mg/dl. Questa condizione, che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari come ictus e infarto,  stando ai dati dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare Iss-Anmco si riscontra nel 38% degli italiani. Chi soffre di colesterolo alto deve seguire una dieta equilibrata ed evitare alimenti ricchi di grassi, fritti e insaccati. Tra i prodotti sconsigliati secondo una ricerca della Tromsoe Hearth Study, in Novergia, oggi figura anche il caffè, il cui prezzo è salito alle stelle.

Colesterolo alto e caffè: trovata una correlazione, ma gli italiani possono stare tranquilli

Lo studio condotto dai ricercatori novergesi ha coinvolto 14.500 persone e ha scoperto un'effettiva correlazione tra caffè e colesterolo alto. Il problema non risiede però nella bevanda in sé quanto in come viene preparato. Ad alzare i livelli di grassi nel sangue sarebbe il caffè bollito, che viene consumato soprattuto nel Medioriente e nei Paesi nordici. Il caffè bollito si prepara spezzettando grossolamente i chicci e facendoli bollire per circa 10 minuti. Con questa preparazione restano attive due sostanze, il cafestolo e il cafeolo, che possono incentivare il colesterolo alto. In più nel Nord Europa si tende a insaporirlo con panna, latte scremato e caramello, tutti prodotti che se assunti ogni giorno possono creare danni ai sistema cardiocircolatorio. Noi italiani che utilizziamo per tradizione la moka e oggi le ormai diffusissime cialde non abbiamo quindi nulla da temere.

Il caffè espresso invece, stando ad alcuni studi condotti in Olanda e Finlandia, è molto utile per combattere il colesterolo alto in quanto contiene molti acidi clorogenici, che hanno un potere preventivo nei confronti di malattie come il diabete tipo 2 e il morbo di Parkinson.

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